Impianti sciistici, la proposta di Cirio a Conte: «Piste aperte e bar chiusi»

«Possiamo trovare un punto di equilibrio, per far praticare lo sci in sicurezza». È la proposta del governatore del Piemonte Alberto Cirio al premier Conte e al ministro Speranza mentre il Governo sta decidendo se chiudere interamente le piste da sci durante le vacanze di Natale. «Si potrebbe consentire l'attività sciistica, lasciando chiusi bar e ristoranti. È una strada che dobbiamo percorrere insieme al Governo», ha detto Cirio a Rai News24.
«Come sempre, - dice - bisogna cercare soluzioni di buon senso, verificare se esiste la possibilità di permettere alle attività sciistiche di funzionare pur nel rispetto, prioritario, delle condizioni di salute. Il turismo invernale è un pezzo fondamentale dell'economia del Piemonte, i gestori degli impianti e i ristoratori nelle vacanze di Natale realizzano metà del loro fatturato annuale. Tutti vogliamo vivere il Natale, ma se pensiamo di viverlo come l'estate sbagliamo di grosso: una terza ondata e un terzo lockdown non possiamo permettercele. È evidente che se non verrà data la possibilità di riaprire, dovranno essere corrisposti ristori certi e adeguati alle imprese e alle persone danneggiate».
L'ipotesi del DPCM sul tavolo del Governo, che scatterà il 3 dicembre, è però molto diversa: niente sci e niente veglioni di Natale. Impianti sciistici tutti chiusi nelle vacanze natalizie. Una mazzata gigantesca per il turismo invernale piemontese. E l'ipotesi del Piemonte, di passare in questa settimana da "zona rossa" a "zona arancione", non cambierebbe la decisione,
Immediata la reazione dal Cuneese, con un comunicato dell'associazione di amministratori comunali "Fare quadrato": «In questi giorni, nei quali le temperature sono scese al di sotto di 0 gradi nelle Alpi cuneesi, si è acceso il dibattito relativamente all'apertura degli impianti da sci. Per la provincia di Cuneo questo settore rappresenta uno dei più rilevanti dal punto di vista economico. Un settore che, negli anni, ha investito milioni di euro in ognuna delle stazioni sciistiche presenti nella Granda. La pandemia ha impatto su tutti i settori economici e, più in generale, sulla quotidianità di ognuno di noi. Il settore dello sci non fa eccezioni, purtroppo. Comprendiamo la posizione del Governo, stante che la salute è la priorità assoluta, e invitiamo ad una più approfondita analisi: vanno coinvolti i gestori delle stazioni e le categorie che potrebbero essere quelle più colpite - come quella dei Maestri di Sci - al fine di individuare soluzioni che consentano l'apertura degli impianti di risalita in un contesto di assoluta sicurezza sanitaria. Il punto di equilibrio, insomma, fra la tutela della salute e la possibilità di lavorare. È evidente che non si possa tergiversare sul fronte sanitario, ma è altrettanto evidente che non coinvolgere nella decisione chi gli impianti li ha costruiti e li gestisce, così come i Comuni che li ospitano, potrebbe rappresentare una grave frattura, specie in quei territori che sul turismo invernale hanno costruito il proprio futuro. Va data fiducia ai nostri operatori del mondo della neve e va loro richiesta, nel caso di apertura, di essere rigorosi nel rispetto e nell'applicazione delle regole: solo chiarezza e condivisione possono assicurare la fruizione delle piste in sicurezza».