Insolvenze e bollette da pagare a Napoli, risolto il caso dell’idraulico monregalese

Il suo caso è stato sollevato martedì 17 novembre da “La Stampa” ed è arrivato fino alle telecamere di “Striscia la notizia” di Mediaset con l'arrivo a Mondovì di capitan Ventosa. Lui si chiama Manrico Botto, monregalese e idraulico in pensione. Da mesi vive una situazione assurda. Qualcuno che ha insolvenze e bollette della luce da pagare: il gestore del servizio elettrico, risalendo ai dati, è andato a bussare alla porta del monregalese, chiedendogli migliaia di euro. Per fortuna, dopo che l’intera vicenda è finita sui media, è arrivata una svolta positiva con tanto di comunicato ufficiale. «In merito al caso segnalato dal Signor Manrico Botto di Mondovì, Servizio Elettrico Nazionale informa di avere immediatamente contattato il cliente al quale ha fornito tutti i chiarimenti che hanno portato alla pronta risoluzione della vicenda. Dagli approfondimenti è emerso che quanto accaduto non è stato determinato da un furto di identità ai danni del Signor Botto bensì da un errore nell’abbinamento dei suoi dati fiscali alla fornitura in questione. Tale errore non è imputabile in alcun modo a Servizio Elettrico Nazionale ma si è generato nel corso dei passaggi contrattuali della fornitura tra i precedenti fornitori. Una volta individuata l’anomalia, Sen ha provveduto a correggere l’anagrafica sui sistemi e contemporaneamente ha comunicato al Signor Botto che non è tenuto a corrispondere alcuna somma di denaro per la fornitura in questione».
LA STORIA – «Questa storia comincia circa tre anni fa – ci raccontava il signor Botto –, quando per la prima volta mi è arrivata un’ingiunzione di pagamento da parte di una società di recupero crediti». La lettera arrivava dalla società di riscossione a cui l’Enel si era rivolta per chiudere le insolvenze. Si parla di un’utenza collegata a un immobile, un ufficio o appartamento, in una strada di un ricco quartiere di Napoli. Botto legge la lettera chiedendosi cosa abbia a che fare con lui: c’è chiaramente un errore, pensa. Poi gli cade l’occhio sul nominativo, e rimane di sasso: è il suo. «Sul contratto c’erano i miei dati – ci dice –, tutti quanti: il mio nome, la mia data di nascita, il mio codice fiscale e persino la partita Iva della mia attività che ho chiuso da quasi 10 anni». Solo che lui non ha mai firmato quel contratto. «Ho segnalato l’equivoco, ho chiamato l’Enel. Ho ribadito che non ero io, che qualcuno stava usando i miei dati. Come? Non lo so, e mi sembra incredibile: parliamo di tutela dei dati personali e di privacy, eppure è successo. Pensavo che la cosa si fosse risolta… poi però Enel ha cambiato società di riscossione, ed è ricominciato tutto da capo»
In un mondo in cui la burocrazia viaggia a misura di buon senso, il problema sarebbe stato chiarito con due telefonate. Invece per Manrico Botto si aperta un’odissea chiusa solo con l’intervento dei media.
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