Piste da sci, Governo verso la chiusura totale nelle vacanze di Natale? «Titolari di impianti non coinvolti»

Niente sci e niente veglioni di Natale. Il DPCM alle porte, che arriverà il 3 dicembre, potrebbe avere una decisione drastica: impianti sciistici tutti chiusi nelle vacanze natalizie. Una mazzata gigantesca per il turismo invernale piemontese. L'ipotesi del Piemonte, di passare in questa settimana da "zona rossa" a "zona arancione" non cambierebbe la decisione, che sarebbe nazionale: una nuova stretta del Governo per evitare le "settimane bianche" e prevenire una terza ondata a gennaio 2021.
Il ministro Roberto Speranza: «Dovremo valutare con attenzione i numeri dei prossimi giorni. È comprensibile che un territorio voglia uscire dalla zona rossa ma ci vuole prudenza. Le misure stanno dando i primi risultati ma abbiamo bisogno di discutere con gli scienziati ed i tecnici. Io lavoro con tutti i presidenti di regione senza distinzione politica e dico no alle polemiche. Per me la linea resta quella della massima cautela».
Lo spostamento tra regioni per Natale, «per il modello che utilizziamo, può avvenire solo se tutte le regioni andassero in zona gialla ma in questo momento dobbiamo evitare tutti gli spostamenti che non sono necessari». L'ipotesi più attuale è che ci sia un Dpcm per il periodo dal 3 dicembre fino a ridosso di Natale e uno per le festività vere e proprie. Sarà consentito lo shopping per gli acquisti di Natale, con i negozi che potranno rimanere aperti in una fascia oraria più ampia per evitare assembramenti. Ci sarà anche l'apertura dei centri commerciali nei fine settimana e nei giorni festivi e saranno contingentati gli ingressi non solo nei negozi ma anche in strade e piazze, soprattutto in alcune grandi città e nel weekend. Apertura serale anche per ristoranti e pub mentre per il Cenone in casa ci saranno raccomandazioni e non divieti, che sono inapplicabili: plausibile che non si possa essere più di sei a tavola, quindi al massimo solo conviventi e parenti stretti.
E poi, c'è l'ipotesi dello stop totale alle piste da sci nelle vacanze natalizie. Immediata la reazione dal Cuneese, con un comunicato dell'associazione di amministratori comunali "Fare quadrato": «In questi giorni, nei quali le temperature sono scese al di sotto di 0 gradi nelle Alpi cuneesi, si è acceso il dibattito relativamente all'apertura degli impianti da sci.
Per la provincia di Cuneo questo settore rappresenta uno dei più rilevanti dal punto di vista economico. Un settore che, negli anni, ha investito milioni di euro in ognuna delle stazioni sciistiche presenti nella Granda. La pandemia ha impatto su tutti i settori economici e, più in generale, sulla quotidianità di ognuno di noi. Il settore dello sci non fa eccezioni, purtroppo. Comprendiamo la posizione del Governo, stante che la salute è la priorità assoluta, e invitiamo ad una più approfondita analisi: vanno coinvolti i gestori delle stazioni e le categorie che potrebbero essere quelle più colpite - come quella dei Maestri di Sci - al fine di individuare soluzioni che consentano l'apertura degli impianti di risalita in un contesto di assoluta sicurezza sanitaria. Il punto di equilibrio, insomma, fra la tutela della salute e la possibilità di lavorare. È evidente che non si possa tergiversare sul fronte sanitario, ma è altrettanto evidente che non coinvolgere nella decisione chi gli impianti li ha costruiti e li gestisce, così come i Comuni che li ospitano, potrebbe rappresentare una grave frattura, specie in quei territori che sul turismo invernale hanno costruito il proprio futuro. Va data fiducia ai nostri operatori del mondo della neve e va loro richiesta, nel caso di apertura, di essere rigorosi nel rispetto e nell'applicazione delle regole: solo chiarezza e condivisione possono assicurare la fruizione delle piste in sicurezza».
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