Soldi chiesti in prestito allo zio, condannato 45enne monregalese

(a.c.) – Aveva chiesto soldi allo zio e alla nonna. Ed è stato ritenuto colpevole di aver ordito un raggiro. Per questo C.F., 45enne monregalese, è stato condannato dal Tribunale di Cuneo a nove mesi di carcere e 200 euro di multa, più un risarcimento quantificato in 5.500 euro. Secondo quanto raccontato dallo zio, residente a Villanova, l’imputato avrebbe ottenuto da lui un prestito (da 2mila e 3mila euro), garantito con due assegni poi rivelatisi scoperti. Tutti quei soldi dovevano servire a pagare l’avvocato che stava seguendo una causa per conto della sua compagna M.B.: la donna, vittima di un incidente sul lavoro, attendeva infatti un risarcimento. Anche lei è stata processata per truffa insieme al convivente, ma il giudice l’ha assolta ritenendola estranea ai fatti.
Secondo la ricostruzione dell’accusa, nell’ottobre del 2017 C.F. avrebbe convinto anche l’anziana nonna, classe 1923, a prestargli 5.500 euro con un bonifico emesso sul conto della convivente. Lo zio sarebbe poi stato indotto con la stessa scusa a consegnare altri 10mila euro in contanti a suo nipote. L’imputato in aula ha negato ogni addebito: il bonifico dalla nonna lo avrebbe sì ricevuto, ma il debito sarebbe poi stato ripagato dopo la vendita di una casa di famiglia. Inoltre ha aggiunto di non aver invece mai ricevuto nulla da suo zio con il quale sosteneva di essere in pessimi rapporti da decenni.
La spiegazione non ha comunque convinto il pm Anna Maria Clemente, che ha parlato di un «comportamento oltremodo subdolo», chiedendo per entrambi gli imputati la condanna a otto mesi. L’avvocato Antonio Tripodi, rappresentante di parte civile, ha ritenuto che la truffa fosse provata dall’emissione dei due assegni scoperti e dal fatto che lo zio di C.F. era a conoscenza di molti particolari riguardo alla vicenda giudiziaria: «Non è affatto vero che i rapporti con lui fossero inesistenti». Gli avvocati difensori, Luca Borsarelli e Silvia Lusso, hanno sostenuto che l’unico scambio di denaro provato fosse quello con la nonna. «Lo zio potrebbe aver nascosto operazioni personali sul conto accusando suo nipote», ha ipotizzato il difensore di C.F. Il giudice Marco Toscano ha comunque ritenuto sussistenti gli elementi di prova. Il 45enne monregalese era già stato condannato a nove mesi di carcere per truffa nel 2014.
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