La solitudine è diretta conseguenza di un isolamento forzato, dovuto ad un inevitabile allontanamento dalla società o dal non avere, all’interno della stessa, nessun legame stretto. Buona parte della sua trattazione è figlia di Robinson Crusoe: lo scenario del naufrago sull’isola deserta si presta alla perfezione per descrivere la sensazione di solitudine. Il Tom Hanks di “Cast Away” subisce la medesima sorte, non avendo però la stessa fortuna del personaggio di Defoe, incappato in un indigeno, egli infatti è costretto a creasi un compagno feticcio. Trasformando un pallone trovato sulla spiaggia e ridipinto, in “Wilson”: amico artefatto ma divenuto reale nella disperazione dell’isolamento. Tanto da doverlo difendere anche a rischio della sua stessa vita. La fantascienza è colma di storie ambientate nei meandri dello spazio profondo, occasione per enfatizzare l’alienazione della lontananza dal prossimo, alleviata da robot o interfacce virtuali, che in una deriva teen comedy sono più utili a tenere compagnia a studenti dotati nelle scienze, ma poco popolari a scuola. Intrattenere un rapporto epistolare è un metodo che non ha mai esaurito la sua efficacia nel placare la solitudine. Lo sa bene Jack Nicholson in “A proposito di Schmidt”, dove il suo personaggio trae conforto e motivazione nell’affrontare l’isolamento della vedovanza e dell’anzianità, attraverso la corrispondenza con un bambino africano adottato a distanza. L’emarginazione non ha confini d’età, e può facilmente colpire anche i più giovani, in grado però di salvarsi “evadendo”, grazie alla loro fantasia e attitudine all’immedesimazione. E’ così che Bastian entra in simbiosi con Atreyu, eroe suo coetaneo di “La storia infinita”, e impossibile amico di carta, esempio di come il trasporto della lettura, possa lasciarci percepire la finzione palese come elemento quasi reale. Il diario può essere il migliore amico di una persona sola, sicuramente ne è il confidente perfetto, fino a divenire strumento terapeutico di salvezza. Alan Moore in V per Vendetta ci mostra tutto il potere salvifico dei pensieri lasciati su carta. Eve, discepola del vendicatore, sopravvive alla dura prigionia, traendo linfa vitale da un biglietto di memorie trovato nella cella, lasciato da una donna imprigionata prima di lei. Il cui solo sollievo,risiedeva nella speranza di poter condividere quelle confidenze, con l’anonimo lettore che le avrebbe raccolte.