Non è un tema “comodo”, quello dei cani abbandonati o dei randagi. E sono pochi, tra i non “addetti ai lavori”, a interessarsene. A sapere come funziona l’accalappiamento dei cani, la gestione o i costi di una struttura, i numeri. Scomodo, ma importante. Da oggi il Comune di Mondovì ha scelto di cambiare il canile di riferimento: scaduta la concessione con la struttura di Guarene, la città si appoggerà al canile di San Michele M.vì gestito da “GEA”.
PRIMA A GUARENE, ORA A SAN MICHELE
«Fino al 31 dicembre 2020 il Comune aveva una convenzione col canile di Guarene – ci spiega l’assessore Erika Chiecchio –. Questo voleva dire che i cani randagi, scappati o abbandonati, venivano accalappiati dal servizio del canile di Guarene e poi portati là. Il Comune paga il canile per mantenere gli animali fin quando restano in canile. Questo però significava sia avere un intervento meno rapido, perché la struttura era lontana, sia avere una convenzione con una struttura che faceva riferimento a un servizio di veterinaria di una Asl diversa dalla nostra, la CN2. Inoltre, le adozioni dei cittadini monregalesi spesso avvenivano in canili diversi rispetto a quello a cui ci si affidava». In effetti, un cittadino di Mondovì intenzionato ad adottare un cane ben difficilmente si sarebbe rivolto alla struttura di Guarene. Ora invece il servizio di accalappiamento e mantenimento è stato affidato al “Canile Rifugio 281” di San Michele M.vì, che da alcuni anni è direttamente nelle mani dell’Associazione “GEA - Il cerca casa”. «Sono loro a occuparsi della cattura, del mantenimento e della cura degli animali. Il canile si appoggia a un folto gruppo di volontarie e volontari molto determinati e motivati».
CAMBIA ANCHE IL SISTEMA ECONOMICO
Con la nuova convenzione cambia anche la parte economica del contratto. «La concessione precedente prevedeva che il Comune pagasse una quota giornaliera per ogni cane recuperato nel territorio di Mondovì – continua la Chiecchio –. La nuova convenzione, di durata triennale, ha invece un costo fisso complessivo di circa 75 mila euro. Questo significa che passiamo da un sistema in cui la custodia di un cane è di fatto una “rendita” a un sistema opposto, in cui avere meno animali in struttura significa avere più margine. La struttura è così incentivata a dare gli animali in adozione, al contrario di ciò che può avvenire col sistema precedente». La nuova convenzione include anche la sterilizzazione (al contrario di quella precedente) e i volontari di GEA effettuano una serie di attività per il benessere dell’animale e il suo reinserimento, oltre a una intensa campagna pro-adozioni anche sui social. «Vogliamo ringraziare l’Amministrazione che ha appoggiato il nostro progetto e ha deciso di sostenerci – scrive, su Facebook, “GEA” –. Potete conoscer i nostri “pelosoni” in anteprima visitando la nostra pagina: www.geassociazione.eu. Per noi il canile deve essere solo un… luogo di passaggio: un posto dove i cani arrivano e vengono educati, ma che lasciano al più presto per trovare una nuova casa». Attualmente i cani “monregalesi” in canile sono una trentina, già trasportati da Guarene a San Michele nel rispetto della loro salute. Il primo “nuovo ingresso” risale alla notte di Capodanno. E ora, aspettiamo la prima adozione.