Blocco dello sci, Cirio scrive a Draghi e chiede la Conferenza delle Regioni. «Profondo sconcerto tra gli operatori del settore e le Istituzioni locali».
Dopo le dichiarazioni, è arrivata la lettera. Ufficiale, con intestazione, timbri e firma. Il presidente della Regione Alberto Cirio ha scritto al neo premier Mario Draghi per chiedere la convocazione di un'immediata Conferenza delle Regioni per discutere del blocco dello sci, sentenziato dal ministro Speranza due giorni fa ad appena 12 ore dalla prevista riapertura.
«L’ordinanza del ministro Speranza che ha bloccato la ripartenza dell’attività degli impianti sciistici, a meno di 12 ore dall’apertura prevista dal Dpcm del 14 gennaio e confermata dal Cts il 4 febbraio, ha generato un profondo sconcerto tra gli operatori del settore e le Istituzioni locali», afferma Cirio. «Stiamo parlando di un comparto che rappresenta il primo prodotto turistico del Piemonte, e di altre regioni italiane, e su cui si basa non solo una parte importante del nostro sistema economico, ma anche la vita di migliaia di famiglie».
CONFERENZA STATO REGIONI
Cirio chiede a Draghi un confronto diretto: «Abbiamo chiesto al ministro Gelmini la convocazione urgente della Conferenza delle Regioni per confrontarci sulle azioni da intraprendere. Auspico che Lei voglia partecipare all’incontro: sarebbe un segno tangibile della Sua attenzione alle difficoltà che stanno vivendo famiglie e operatori e l’occasione per avviare un dialogo nuovo e costruttivo tra lo Stato e le Autonomie locali, che possa restituire credibilità al ruolo che siamo chiamati a svolgere noi rappresentanti delle Istituzioni».
«L’aver assunto una decisione così delicata in modo tardivo e senza alcuna forma di coinvolgimento, non solo degli Enti locali ma anche di chi quotidianamente lavora per dare un futuro alle nostre montagne, uno dei patrimoni più preziosi del Paese, è stata percepita come una mancanza di rispetto umana e istituzionale. Ciò che ci amareggia e riteniamo irricevibile, quindi, non è il merito bensì il metodo di questa decisione, che vogliamo però considerare come l’ultimo residuo di una modalità a cui il precedente Governo ci ha purtroppo messo di fronte spesso. Per questo mi rivolgo a Lei, nella certezza che il suo Esecutivo vorrà avviare un nuovo percorso di confronto istituzionale e di condivisione su tutti gli ambiti, a partire da quelli che riguardano più direttamente l’emergenza sanitaria, economica e sociale che stiamo affrontando».
FONDI IMMEDIATI
I ricavi annuali del sistema impiantistico piemontese dello sci ammontano a circa 60 milioni di euro: «Chiediamo è che ne venga ristorato almeno il 50% - chiede Cirio al Governo -. Un ulteriore indennizzo, però, deve anche essere previsto per i costi aggiuntivi causati dalle cinque “false partenze” subite dal comparto fin dall’avvio della stagione invernale (la prima per il ponte dell’Immacolata, poi ancora il 20 dicembre, il 7 e 18 gennaio e adesso il 15 febbraio), che hanno generato un aumento dei costi fissi del 20%, circa 12 milioni di euro, che chiediamo siano indennizzati al 100%. Nell’incontro di ieri pomeriggio con il ministro Garavaglia ci è stato assicurato che l’entità e la modalità dei ristori saranno definite entro la settimana corrente e noi ci appelliamo a Lei affinché ciò avvenga, perché parliamo di un settore che ha visto azzerato il fatturato di una intera stagione e che, dall’inizio della pandemia, non ha ancora ricevuto nessun tipo di sostegno specifico da parte dello Stato. Sempre nell’incontro con il ministro Garavaglia ho chiesto che gli impianti di risalita siano inseriti tra gli obiettivi su cui poter intervenire attraverso le risorse del Piano “Next Generation EU” (PNRR), e anche in questo caso mi rivolgo a Lei certo che tale richiesta sarà tenuta nella giusta considerazione. La Regione Piemonte ha sempre agito con tempestività e anche su questo tema, nei mesi scorsi, ha già assunto una delibera che prevede un sostegno economico al settore di 20 milioni di euro, di cui 5,3 verranno resi immediatamente disponibili per supportare i comprensori sciistici e i loro lavoratori in questo complesso momento».
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