Colpirono a Mondovì, Beinette e Pianfei: condannati i tre complici della “banda dei videopoker”
(a.c.) – Erano noti come la “banda dei videopoker”. Tra i nove accusati, tre dei complici dovevano ancora regolare le proprie pendenze con la giustizia. Il processo, con rito ordinario, si è celebrato venerdì mattina al Tribunale di Cuneo a carico di V.K., A.Q e E.Q. (questi ultimi padre e figlio). Tutti è tre sono stati giudicati colpevoli. In particolare, il giudice Marco Toscano ha ritenuto V.K. responsabile di ricettazione condannandolo a due anni di carcere, mentre ad A.Q. e E.Q., con varie imputazioni per concorso in furto e tentato furto aggravato, sono state comminate rispettivamente pene per tre anni e otto mesi e per un anno e sei mesi.
Tutti erano accusati di aver supportato la banda, composta da loro connazionali albanesi, che tra il dicembre 2014 e l’aprile 2016 aveva firmato una quarantina di colpi tra la Granda e il Torinese prendendo di mira bar, sale giochi, ditte di trasporti e aziende agricole. Ma il bersaglio preferito erano videopoker e slot machine, sovente razziati con la tecnica della “spaccata”, nonché aziende dove erano stati messi a segni ingenti furti di carburante.
I colpi nel Monregalese
A porre termine a questa attività criminosa con l’operazione “Ulisse” erano stati nel novembre 2016 i carabinieri del Reparto Operativo del Comando Provinciale di Cuneo, insieme ai colleghi della Compagnia di Cuneo. Un bottino complessivo stimato in circa 200mila euro, quello della banda. La banda aveva colpito anche a Beinette, Pianfei e Mondovì. Proprio qui, stando alle cronache dell'"Operazione Ulisse", nel giugno del 2016 portano via del carburante da camion e bus in una ditta di trasporto. A Beinette e Pianfei, il 4 febbraio 2016, furono svaligiati invece due bar.
LEGGI ANCHE [2016] Furti di gasolio alle aziende di Mondovì: arrestato l’ultimo latitante
L'inseguimento
Nella notte tra il 7 e l’8 febbraio 2016, la banda aveva agito fuori provincia, a Santena, ma quella sera gli uomini dell’Arma erano riusciti ad intercettarli dopo un secondo tentativo di furto a Cervere. I malviventi, a bordo di una Golf, avevano cercato di speronare la gazzella del 112, tuttavia tramite il segnale Gps era stato possibile ricostruire i movimenti dell’auto prima che venisse abbandonata nelle campagne di Tarantasca. A bordo erano stato trovati anche sassi, che in un paio di occasioni i ladri avevano lanciato contro i proprietari degli esercizi commerciali dopo essere stati scoperti.
La banda
Pochi giorni dopo, la notte del 24 febbraio, era stato arrestato in flagranza a Passatore E.M. (classe 1987, residente a Cuneo). Poi, a distanza di qualche mese erano finiti in manette G.N. (classe 1994, residente a Busca), N.N. (classe 1992, residente a Cuneo), E.P. (classe 1991, residente a Cuneo), C.M. (classe 1992, residente a Costigliole Saluzzo) e V.E. (classe 1977, residente a Costigliole Saluzzo). In prigione anche le presunte “staffette” del gruppo: V.K., immortalato da alcuni selfie su Facebook a bordo di due auto rubate, e A.Q., nato nel 1966 e residente a Busca, mentre per suo figlio E.Q. (classe 1996) erano stati disposti gli arresti domiciliari. Quest’ultimo era già stato condannato a due anni e tre mesi per aver fatto parte di una baby gang attiva a Saluzzo e ad ulteriori quattro mesi per l’aggressione a un connazionale a Busca.