No alla legge salva-slot: presidio a Mondovì, in Regione le opposizioni inchiodano il dibattito
Una manifestazione di piazza a Torino con decine di associazioni, e in testa a tutti Libera con don Ciotti. Un presidio a Mondovì, davanti al Municipio, coordinato da MondoQui. E un muro di ostruzionismo in Consiglio regionale che ha portato all'incredibile cifra di oltre 50 mila emendamenti presentati dalle opposizioni (5 Stelle, LUV, PD, Movimento 4 Ottobre) alla Legge 99 oggi in discussione. E che dopo oltre 10 ore va verso l'inevitabile rinvio. Questo sta accadendo in queste ore in Piemonte, a fronte della legge salva-slot proposta dalla Lega Nord - LEGGI QUI.
Il Centrodestra piemontese ha chiesto di votare direttamente in Consiglio regionale, senza passare dalle Commissioni e senza ascoltare le Associazioni, la nuova legge a prima firma del leghista Claudio Leone, che di fatto cancellerebbe la normativa adottata dal Piemonte in merito al contrasto al gioco d’azzardo patologico. Di fatto si tratta di una riforma che farebbe saltare l’impianto della Legge regionale approvata all’unanimità nel 2016, riportando in sale gioco e tabaccherie slot e videopoker. Una normativa approvata dall’allora Giunta Chiamparino, attiva ormai da quasi cinque anni, che fissa paletti ben precisi, vietando l’utilizzo delle slot machines in locali pubblici che non rispettano un distanziamento di 300 metri dai luoghi sensibili (scuole, chiese, ospedali) nei Comuni con popolazione fino a 5.000 abitanti e di 500 metri per i Comuni più grandi. Ora tutto potrebbe radicalmente cambiare. Gli esercizi pubblici che ospitavano le “macchinette” alla data del 19 maggio 2016, infatti, potranno non essere soggetti al distanziometro. Una proposta che ha fatto infuriare l’opposizione e numerose Associazioni.
Il Consiglio regionale di oggi, mercoledì 14 aprile, è stato incredibile. Le opposizioni hanno inchiodato la discussione per oltre 8 ore: prima stigmatizzando l'assenza in riunione del presidente Alberto Cirio e dell'assessore al Lavoro Elena Chiorino, definendola «clamorosa» e «inappropriata» visto il tema di cui si doveva dibattere. Poi, uno dopo l'altro, i capigruppo sono intervenuti presentando una serie di richieste di sospensiva del punto all'ordine del giorno, tirando in ballo quasi ogni argomento presente oggi nel dibattito politico, dall'emergenza Covid (con la visita del generale Figliuolo) alle rsa, dalla canapa al disagio giovanile. Richieste bocciate in blocco dalla maggioranza.
Tutto questo per ribadire quello che Libera e le altre associazioni che lottano contro le dipendenze sostengono da settimane: l'assurdità di annacquare una legge che nella realtà ha funzionato bene dal punto di vista del contrasto alla ludopatia.
L'obiettivo era chiaro: bloccare tutto e costringere la maggioranza a fare marcia indietro, riportare il dibattito nelle Commissioni e ridiscutere la legge. I tempi per la Lega sono stretti: a maggio scade il termine per le sale-slot. A più riprese le minoranze hanno ribadito la necessità di rinviare la decisione, attaccando la Lega di aver usato la promessa di modifica di questa legge in campagna elettorale. Accuse a cui la maggioranza, in Consiglio, non ha praticamente mai replicato
MAGGIORANZA DIVISA?
Una nota di Forza Italia, firmata dal capogruppo Paolo Ruzzola, dalla vice capogruppo Alessandra Biletta, dal vicepresidente del Consiglio regionale Franco Graglia e dal consigliere Carlo Riva Vercellotti, va di fatto a chiedere di fermare tutto e rinviare: «In questo difficile momento per la nostra regione le priorità di Forza Italia sono i vaccini, il lavoro e le riaperture, non sicuramente il gioco d’azzardo. Siamo coscienti del fatto però che, anche nel comparto del gioco, potrebbero essere persi posti di lavoro il prossimo mese, a causa della scadenza della legge sulla ludopatia. Questi posti di lavoro per noi meritano di essere tutelati con eguale dignità rispetto agli altri. Proprio per questo motivo abbiamo presentato l’unica proposta che riteniamo di buon senso: ovvero la proroga di tale scadenza. Una proposta che potrebbe essere subito approvata dal Consiglio Regionale evitando di perdere di vista le vere priorità per il Piemonte che per Forza Italia ribadiamo che sono la cura della salute e il sostegno economico alle nostre imprese e alle famiglie piemontesi in difficoltà».
La replica della Lega, sempre via nota inviata alle agenzie, lascia intendere una divisione in maggioranza: «L’approvazione del testo che abbiamo portato in aula significa garantire la sopravvivenza economica di 5.200 addetti che operano in questo settore, oltre che sanare l’abominio giuridico di una retroattività che ha colpito migliaia di piccole e piccolissime aziende gettando già sul lastrico non meno di 1.700 famiglie. Bastano questi numeri a dimostrare che una semplice proroga non serve a tutelare un comparto che ha sempre operato nella più totale trasparenza e che oggi può essere di fatto cancellato dal nostro tessuto produttivo. Piuttosto ci chiediamo se gli amici di Forza Italianon abbiano più a cuore la tutela delle piccole imprese, delle Partite Iva, dei negozi di vicinato come bar e tabaccai».