Legge salva-slot: anche Fratelli d’Italia si smarca. La maggioranza regionale è divisa sul gioco d’azzardo
Legge salva-slot: anche Fratelli d’Italia si smarca. Anche Fratelli d’Italia si smarca dalla proposta della Lega di riformare in toto la Legge regionale sul gioco d’azzardo patologico. Dopo Forza Italia, dunque, anche FdI prende di fatto le distanze dal “Carroccio” in quella che sta diventando una vera e propria “querelle” politica. «Fermamente contrari a qualsiasi liberalizzazione del gioco d’azzardo», sono queste le parole del consigliere villanovese Paolo Bongioanni e del segretario regionale del partito, Fabrizio Comba.
Partiamo dal principio. La Lega, primo firmatario il consigliere Leone, ha portato in Consiglro regionale, senza passare dalle Commissioni e senza ascoltare le Associazioni, una nuova legge che di fatto cancellerebbe la normativa adottata dal Piemonte in merito al contrasto al gioco d’azzardo patologico. Si tratta di una riforma che farebbe saltare l’impianto della Legge regionale approvata all’unanimità nel 2016, riportando in sale gioco e tabaccherie slot e videopoker. Una normativa approvata dall’allora Giunta Chiamparino, attiva ormai da quasi cinque anni, che fissa paletti ben precisi, vietando l’utilizzo delle slot machines in locali pubblici che non rispettano un distanziamento di 300 metri dai luoghi sensibili (scuole, chiese, ospedali) nei Comuni con popolazione fino a 5.000 abitanti e di 500 metri per i Comuni più grandi. Ora tutto potrebbe radicalmente cambiare. Gli esercizi pubblici che ospitavano le “macchinette” alla data del 19 maggio 2016, infatti, potranno non essere soggetti al distanziometro.
Una proposta che ha fatto infuriare l’opposizione e numerose Associazioni. La discussione in merito, tuttavia, non è di fatto nemmeno cominciata. Nelle due sedute del Consiglio regionale, mercoledì e giovedì, infatti, le minoranze hanno usato tutti gli escamotage forniti dal regolamento per “bloccare” la discussione. Richieste di sospensive e pregiudiziali hanno fatto sì che il dibattito sul punto all’ordine del giorno non abbia ancora preso inizio. Fermo restando che, proprio sulla nuova proposta di legge, pendono come una spada di Damocle oltre 60 mila emendamenti, in grado di paralizzare i lavori del Consiglio regionale per mesi e mesi, vanificando il tentativo leghista di approvare la legge entro il 20 maggio (data in cui scadono le deroghe alle sale slot per mettersi in regola con la normativa del 2016).
Ma se le due sedute del Consiglio sono state occasione per le minoranze per ribadire la netta contrarietà alla nuova Legge Leone, è fuori da Palazzo Lascaris che la situazione si è evoluta in modo significativo.
LEONE (LEGA): "LA NOSTRA POSIZIONE RIMANE LA STESSA, RAGIONEREMO PER ARRIVARE A UN TESTO CONDIVISO"
«La nostra posizione rimane la stessa, ma ragioneremo per arrivare a un testo più condiviso». Così ad Agipronews (Agenzia di stampa giochi e scommesse) il consigliere Claudio Leone (Lega) riguardo la proposta di modifica della legge piemontese sul gioco, il cui dibattito è iniziato questa settimana in Consiglio Regionale. «La retroattività della legge rimane il nodo più grande, riteniamo inopportuno precludere un’attività a chi aveva un diritto acquisito». «Ho visto le dichiarazioni fatte dalle minoranze ma anche dalle altre forze di maggioranza. Nei prossimi giorni si faranno le dovute valutazioni e da lì ci confronteremo per arrivare a una soluzione condivisa», conclude.
DOPO FORZA ITALIA SI SMARCA ANCHE FRATELLI D’ITALIA
Se mercoledì era stata Forza Italia ad uscire dall’empasse, chiedendo di fermare tutto e rinviare la proposta di Legge salva-slot («In questo difficile momento per la nostra regione, le priorità di Forza Italia sono i vaccini, il lavoro e le riaperture, non sicuramente il gioco d’azzardo»), questa volta tocca a Fratelli d’Italia. «Fermo restando il rispetto per il diritto di impresa e nella giusta e legittima diversa sensibilità delle forze partitiche che costituiscono la maggioranza, è opportuno anche da parte nostra chiarire il pensiero del nostro partito, fermamente contrario a qualunque forma di liberalizzazione o aumento delle disponibilità per quanto concerne le misure che regolano il gioco d’azzardo. D’altro canto, Fratelli d’Italia da sempre ha le idee chiare in merito alla battaglia contro la ludopatia. La Pdl 99, in questo momento e in questo contesto politico sociale ed economico, non può avere il nostro sostegno – commentano il presidente Paolo Bongioanni e il segretario regionale, Fabrizio Comba –. Chiediamo al relatore di fermarsi e di non dividere in un frangente tanto delicato le forze di maggioranza su una tematica che non può certo essere considerata prioritaria per i piemontesi. Siamo sicuri che la maggioranza saprà trovare la giusta sintesi. Avevamo già detto e continuiamo a ripetere che un rinvio in commissione per consentire ulteriori approfondimenti sarebbe auspicabile». Il documento è stato sottoscritto anche dagli assessori Elena Chiorino e Maurizio Marrone e dal consigliere Davide Nicco. La Lega, dunque, rischia di trovarsi in grande difficoltà e sempre più sola in questa… “battaglia”.
RESPINTE LE PREGIUDIZIALI, ORA INCONTRO CON I CAPIGRUPPO
La seduta di giovedì del Consiglio regionale, come detto, ha fermato il dibattito sulle questioni pregiudiziali. Le opposizioni hanno sollevato diverse problematiche in base alle quali è stato chiesto lo stop alla discussione, “bocciato” dalla maggioranza. Il Consiglio tornerà a riunirsi nei prossimi giorni, mentre oggi si svolgerà la Conferenza dei Capigruppo, convocata proprio per capire come uscire da questa situazione di stallo.
LA LEGA: “OPERAZIONE VERITÀ”
La Lega intanto ha annunciato una “operazione verità”. «Alla luce delle strumentali ricostruzioni, delle polemiche e dell'ostruzionismo che hanno alimentato il dibattito politico degli ultimi giorni, il gruppo Lega Salvini Piemonte vuole riportare nel giusto perimetro dell’oggettività la discussione della legge sul gioco legale oggi all’esame di Palazzo Lascaris. E lo fa attraverso una operazione verità che in questi giorni coinvolgerà tutti i suoi canali di comunicazione». «In queste ore abbiamo assistito a un sistematico ribaltamento della realtà dei fatti – dice il presidente del gruppo, Alberto Preioni – che in nessun modo ha seriamente affrontato i contenuti e le finalità della nostra proposta di legge. Ovvero la difesa del lavoro onesto, il contrasto alla ludopatia, la tutela della legalità e la lotta alle infiltrazioni della criminalità. Non proteggere questi baluardi significa solo mettere a rischio migliaia di posti di lavoro e continuare a offrire terreno fertile alla malavita, così come a più riprese è stato sottolineato da istituti come la Cgia di Mestre e l’Eurispes, dai sindacati del settore e dai magistrati che con coraggio lottano contro le mafie. Oggi c’è l’illegalità che ingrassa il crimine e i paradisi fiscali. E questo noi lo vogliamo assolutamente combattere, perché il gioco deve essere solo gestito dallo Stato ed essere solo legale. Il resto sono mistificazioni, strumentalizzazioni e falsità consumate sulla pelle di migliaia di onesti lavoratori. E se il gioco legale non c’è, quel vuoto viene riempito dal gioco illegale: questo la Lega lo vuole ribadire a tutti e ribadirlo con forza. Di pari passo, vogliamo tutelare i giocatori patologici che la legge del 2016 oggi non sta curando. Noi invece daremo chiara indicazione alla Giunta di aumentare i fondi regionali destinati ai Serd e alla lotta alla ludopatia. Questo non è il Far West, non è il “liberi tutti”. È esattamente il contrario. Ed è giusto che i cittadini piemontesi abbiano tutti gli strumenti per conoscere il valore e le giuste finalità della nostra legge». «Difendiamo convintamente la riforma del gioco legale – commenta la Lega Giovani della Provincia di Torino –. E ci esprimiamo a suo favore innanzitutto per le finalità che vuole perseguire, per quanto molti facciano capziosamente finta di non comprenderle. Questo è un provvedimento che vuole difendere il lavoro e i 5.200 operatori del settore che operano in Piemonte, in un regime di assoluta legalità e di rigidissimo controllo da parte dello Stato».
GRIMALDI (LUV): «CON PIÙ DI 60MILA EMENDAMENTI CI VORRANNO 5 MESI AD USCIRE DALL’AULA»
«La Lega annuncia una “operazione verità”, ma continua a ignorare dati e ricerche pur di portare avanti il suo blitz: come ci dicono gli operatori delle ASL e dei SERD, manomettere la Legge sul gioco d'azzardo è un vero e proprio “attentato alla salute pubblica”, perché significherebbe determinare la sofferenza di centinaia e centinaia di nuovi giocatori patologici e dei loro familiari; nonché dare una grossa mano all'usura, altro che contrasto alla criminalità», dichiara il capogruppo di Liberi Uguali Verdi, Marco Grimaldi. «Il Piemonte è l’unica tra le grandi Regioni italiane nella quale la richiesta di presa in carico di giocatori patologici sia in diminuzione dal 2017: i dati epidemiologici mostrano che nel 2016 le persone in carico per GAP nei Servizi piemontesi erano quasi 1.500, nel 2019 erano poco più di 1.000; nello stesso arco di tempo, nelle maggiori regioni limitrofe (Lombardia, Emilia Romagna, Liguria) il dato è cresciuto del 20% – prosegue Grimaldi –. Purtroppo per loro, Lega e soci da venerdì sono ancora alla casella zero del loro tentato blitz. Ormai abbiamo accumulato più di 60mila emendamenti: se non teniamo conto delle tantissime ore di discussione e illustrazione, ma calcoliamo le sole le votazioni ipotizzando 1 minuto e mezzo per ogni voto, significa che hanno di fronte 1.033 ore di votazione. 5 mesi di lavoro buttato via in mezzo alla pandemia e ad una crisi economica senza fine. Davvero la Lega ha tempo di stare 4 mesi in letargo in piena primavera?».
BERTOLA (M4O): «LEGA ISOLATA E CONTRO TUTTI. SPACCATURA ANCHE IN MAGGIORANZA».
«Lega sempre più isolata in aula – commenta Giorgio Bertola, consigliere del Movimento 4 Ottobre Piemonte –. Il dazio elettorale da pagare alle lobby delle sale slot, che vorrebbero vedere depotenziata la miglior legge italiana a contrasto del gioco d'azzardo patologico, rischia di creare una prima grave spaccatura nella maggioranza. Se per Forza Italia le priorità su cui concentrare l'impegno del Consiglio sono altre come il lavoro e i vaccini, FdI arriva addirittura a chiedere di bloccare l'iter per l'approvazione della norma sul gioco che stravolgerebbe quella approvata nella scorsa legislatura. Assordante anche il silenzio del presidente Cirio che non ha speso una sola parola per difendere la compagine leghista sempre più sola in quella che appare una forzatura dai contorni sempre più irreali. Nessuna discussione in Commissione, nessuna convocazione di Enti, Associazioni ed Ordini che si occupano del tema e delle conseguenze sanitarie delle dipendenze da gioco. I sindaci, che si troverebbero nella malaugurata posizione di gestire gli effetti della legge, sono già sul piede di guerra mentre fuori Palazzo Lascaris va in scena addirittura un flash mob dei giovani di FdI che chiedono di stoppare il provvedimento della Lega. Il partito di Salvini vuole veramente bloccare i lavori del Consiglio per mesi, in piena pandemia, avendo tutti contro? Leone e la Lega prendano atto del fallimento del loro blitz e ritirino quanto prima il provvedimento, per il bene del Piemonte e dei piemontesi».
M5S: «È ARRIVATO IL MOMENTO CHE IL CARROCCIO SI ARRENDA»
«La Lega annuncia una surreale "operazione verità" sul colpo di spugna che vorrebbe mettere in atto per smantellare la buona legge regionale contro l'azzardo patologico – è il commento del Movimento 5 Stelle –. Le presunte "verità" di cui parlano i leghisti andrebbero spiegate, prima che alle opposizioni, ai loro stessi colleghi di governo. In Regione infatti assistiamo all'isolamento totale del Carroccio, scaricato sul fronte dell'azzardo da Forza Italia. Fratelli d'Italia e con parecchi mal di pancia interni alla stessa Lega. Addirittura è andato in scena un flash mob, davanti al Consiglio regionale, del Movimento giovanile di Fratelli d'Italia contro il blitz leghista sull'azzardo. Risulta ormai evidente che questa controriforma targata Lega abbia i giorni contati a causa della mancanza di numeri in Consiglio regionale ed a fronte dell'impressionante mole di emendamenti presentati dalle opposizioni. Sarebbe saggio, arrivati a questo punto, alzare le mani e prendere atto dell'insuccesso. Il Piemonte non vuole tornare indietro su un tema così delicato che tocca, da vicino, migliaia di famiglie. Ne prendano atto i consiglieri regionali leghisti».
LA POSIZIONE DI CARITAS, PASTORALE DELLA SALUTE, PASTORALE SOCIALE E LAVORO
RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO. «Fin dai primi anni 2010 le Chiese locali della nostra RegioneeEcclesiastica sono state fortemente interpellate dalla questione e dalle molteplici conseguenze – nella maggior parte dei casi negative – che sia la dimensione ludopatica che quella più tenue di una abitudine reiterata al gioco portano alle persone e alle famiglie. Purtroppo, non si tratta quasi mai di fenomeni transitori, di lieve entità, facilmente superabili: incidono profondamente sulla vita ordinaria, sulle relazioni, sulla vita sociale, spesso sulla sopravvivenza dignitosa. In tempi di forte crisi come gli attuali il ricorso al gioco è attività presente e, talora, in aumento grazie anche alla possibilità dell’utilizzo degli strumenti informatici. Lo rilevano le nostre Caritas e le Fondazioni Antiusura soprattutto rispetto a fasce di popolazione anziana, ma sempre più anche di giovani o di persone a basso reddito o in grave emarginazione. L’esperienza e l’attività socio-pastorale delle commissioni regionali Caritas, Pastorale della Salute e Pastorale Sociale e del Lavoro induce a rinnovare la richiesta di mantenere ed accrescere un insieme di attenzioni educative e di sviluppo, garantito da un buon modello legislativo, capace di sostenere e proteggere i soggetti più facilmente esposti all’inganno dell’azzardo, di costruire reti comunitarie che superino la solitudine delle persone, di indirizzare le scelte collettive verso il rispetto pieno della dignità delle persone che il gioco spesso non consente. In situazioni di forte crisi del comparto economico ma anche di grandi opportunità di rilancio riteniamo utile concentrarsi congiuntamente sulla protezione delle fasce a rischio e sulla promozione di forme alternative di lavoro che possano assorbire gli operatori del comparto convertendone gli obiettivi economici senza metterli in contrasto con quelli etici e sociali. La nostra Regione ha alle spalle un tempo di sperimentazione di strumenti strategici ed operativi che, sia i dati sia i risultati, ci consegnano come interessante e generativo. Azioni di freno al processo attivato potrebbero avere ricadute poco opportune in mesi in cui saremo chiamati a grandi sforzi di innovazione e di coesione. Le comunità ecclesiali ribadiscono la loro piena disponibilità, per quanto di competenza, a «mettersi in gioco per superare la schiavitù del gioco» e per costruire scenari rinnovati in una società sempre più responsabile e fraterna».
+ Arnolfo Marco, Del. CEP pastorale sociale e lavoro; + Piero Del Bosco, Del. CEP Caritas; + Brunetti Marco, Del. CEP pastorale salute
Il SICET CISL PIEMONTE CHIEDE DI NON MODIFICARE LA LEGGE REGIONALE SUL GIOCO D'AZZARDO
Il Sicet regionale (Sindacato inquilini casa e territorio della Cisl) si unisce ai tanti che in questi giorni hanno chiesto con forza alla Giunta regionale di non modificare la legge che serve a limitare la dipendenza dal gioco d'azzardo. «Chiediamo alla Regione – osserva il segretario regionale Sicet, Giovanni Baratta – di concentrare i propri sforzi su altre priorità come la pandemia, il rilancio dell'economia, delle politiche sociali e delle politiche per la casa e non sulla legge regionale contro la ludopatia». Per il Sicet è interessante sapere quanto costa alla Sanità regionale e ai Servizi sociali dei Comuni curare le persone affette da gioco d'azzardo patologico. Ed è opportuno, per loro e le loro famiglie, individuare soluzioni abitative, visto che spesso perdono la casa proprio a causa del gioco. Il Sicet Cisl nella sua attività quotidiana incontra persone che a causa del gioco alle cosiddette "macchinette" sono diventate morose perché non hanno potuto più pagare l'affitto sia in case popolari che in case private o il mutuo dell'abitazione di proprietà. Molte di loro hanno perso la casa, trascinando nella disperazione anche le loro famiglie. Per fortuna, ci sono anche persone che ce l'hanno fatta a smettere e le loro vite sono rinate, insieme a quelle dei loro cari. «Per queste ragioni – conclude Baratta – ritengo che una legge sulla limitazione dell'installazione delle 'macchinette' sul territorio sia utile perché riduce le occasioni di gioco».
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