Miti pop, le icone degli ultimi 70 anni
“Miti pop - Lavaggio a freddo” è il titolo del libro uscito il 1º aprile in libreria e negli online store per le Edizioni Ultra. Il volume è curato da Mirco Delle Cese e vede anche la partecipazione di Lorenzo Barberis, collaboratore del nostro “Culture Club”, che si occupa della parte introduttiva, dedicata agli anni ’50, indagandone i miti del design, della cultura, del cinema e del fumetto. Un particolare spazio è lasciato al “pantheon” dei grandi divi, da Elvis a Marylin passando per Bogart e Grace Kelly, ma anche i divi “di carta” come Superman e Tex. Adriano Ercolani, firma tra gli altri di Linus, intercetta poi lo spirito dei ’60 soffermandosi in particolare – ma non solo – sui miti musicali, con una lettura quasi esoterica dei Beatles e della valenza alchemica del loro White Album. Emiliano Ventura e Luciano Morganti esaminano invece i ’70, tra Arancia Meccanica, Pasolini, Corto Maltese. Il curatore Mirco Delle Cese affronta gli anni ’80, la sua specializzazione, a tutto campo, dallo sport alla politica, dalla musica all’arte, con una particolare attenzione a miti sportivi come Jordan e Maradona, star musicali come Madonna, politiche come la Thatcher. Tommaso Ariemma affronta la difficile transizione degli anni ’90, il periodo in cui “cadono i muri” e si rivela una nuova realtà dal dissolversi della Matrice nell’epocale film delle sorelle Wachowski, consulente Baudrillard. Dario Marchetti evidenzia con precisione chirurgica tutti gli elementi che hanno caratterizzato l’inizio del nuovo millennio, incluso l’affermarsi del tumultuoso impero del web 2.0 con la rivoluzione dei blog che trova pieno compimento nei nuovi anni ’10 raccontati da Diego K. Pierini, ormai sempre più sotto il segno dei pervasivi Influencer, da Instagram a Tik Tok, nuova proteiforme incarnazione del Mito. Ma, ovviamente, vengono analizzati in modo ampio anche il cinema, il fumetto, la musica di questi anni, e anche l’imporsi sempre più imponente del nuovo grande fenomeno della cultura di massa, il videogame, di cui si era dato già un accenno nelle decadi precedenti. Il punto di forza del volume ci pare la sua capacità di trattare la cultura pop in modo integrato, senza segmentarla nei vari settori che la compongono – arte, cinema, musica, sport, fumetto, politica... – ma cercando di offrirne un quadro unitario, sia pure naturalmente frutto della visione personale degli autori. Ne risulta un avvicente affresco a più voci: senza pretese di completezza, ma in grado fornire una buona base per ragionare in modo integrato sulle evoluzioni della cultura pop in cui tutti siamo immersi.