Il progetto-pilota di Carrù: “cardioproteggere” tutta la popolazione, grazie ai giovani
Li chiamano i “first responder” ovvero i primi a rispondere in caso d’emergenza. Il Comune di Carrù parte da loro, dalla loro formazione nel tempo, per «decuplicare» i tassi di sopravvivenza in caso di arresto cardiaco improvviso. L’esempio, virtuoso, arriva da altri stati, come la Svizzera o l’Oregon negli Stati Uniti che negli ultimi 40 anni hanno saputo avviare grandi progetti collettivi. C’è la delibera comunale di indirizzo, per fare di Carrù una città “cardioprotetta”. Presto arriveranno i primi due Dae da piazzare (oltre ai tre esistenti) in piazza Perotti e presso la Biblioteca. E intanto, come detto, è stato offerto a tutti i neomaggiorenni il corso di primo intervento. Maurizio Arnaldi, presidente del Gruppo Volontari del soccorso di Clavesana, ci parla di questo progetto avviato con la start up “Modus Operandi”, che sta lavorando su più fronti. Da un lato un nuovo “dispositivo” in grado di sentire il respiro del ferito, geolocalizzare la posizione e “dialogare” con il servizio d’emergenza. Dall’altro, strettamente connessa, una app che attivi subito l’”esercito” di “first responder”.
Cosa significa avere una città “cardioprotetta”?
Affrontare, a 360°, l'argomento della cardioprotezione è un processo articolato e molto soggettivo per ogni singola entità comunale. Le peculiarità di un territorio vanno studiate in maniera approfondita e programmate nel tempo, non solo al momento del lancio dell'iniziativa. Abbiamo una “start up”, innovativa, che fa di questo "metodo" (non a caso ci chiamiamo Modus Operandi) il suo standard di lavoro. Coinvolge una equipe multidisciplinare, di medici, infermieri, esperti di didattica e logistica, che porta alla sensibilizzazione della popolazione su un tema che oggi è mediaticamente molto sentito (vedi ciò che è successo al calciatore danese), ma che in realtà dovrebbe essere costantemente uno dei fulcri della vita sociale di una comunità.
Quali tipi di dispositivi Dae verranno installati a Carrù?
Hanno alcuni connotati particolari: innanzitutto sono certificati secondo i più recenti standard di utilizzo, ma soprattutto sono "semplici". Attenzione, semplice non significa facile. Affiancare a strumenti all'avanguardia la dovuta sensibilizzazione della comunità e l'addestramento di coloro i quali diventeranno i cosiddetti "first responder". Questo che fa la differenza. Gli strumenti in questione, sono i famosi “zoll”: sono intuitivi e seguono le persone “passo passo” durante la rianimazione, con una voce guida e, grande rivoluzione in materia, un piccolo schermo che mostra in tempo reale i gesti da compiere sotto la supervisione telefonica dell'emergenza sanitaria territoriale.
Ai neo maggiorenni è stato offerto, dal Comune, un corso di formazione per il primo soccorso. Che riscontro avete avuto e quando partirà?
Il progetto è ambizioso ed il riscontro positivo da parte dei ragazzi coinvolti è pressoché totale. L'idea è semplice. Immaginate se il dovere civico di un diciottenne fosse accompagnato dal corso “salvavita” e immaginate, dunque, il circolo virtuoso: un movimento che nei prossimi 10 anni, renda la fascia di età tra i 18 e i 30 anni (la più attiva e propositiva) in grado di cardiproteggere tutto il resto della popolazione.
Com’è la situazione in Italia? E cosa consigliate innanzitutto ai “neofiti”?
È importante che tutti sappiano che l'arresto cardiaco improvviso è una situazione non prevedibile e drammatica. Lo spiraglio di speranza è legato al fatto che nell'85/90% dei casi, essa avviene in presenza di persone che possono immediatamente essere determinati. Oggi solo in una bassissima percentuale di casi i presenti intervengono in maniera consapevole; nella stragrande maggioranza delle situazioni, purtroppo, la paura di sbagliare e l'ansia la fanno da padrone.
A Scuola di …primo soccorso
Sul territorio della provincia di Cuneo opera, in sinergia, il progetto “a scuola di primo soccorso”. «È dedicato – spiega il dottor Davide Gasparino, referente medico per le Associazioni di volontariato e la centrale operativa del 118 – ai ragazzi delle Medie, con il patrocinio di AslCn1, del Provveditorato agli studi di Cuneo e del NUE112 ed è reso possibile dai volontari di tutte le Associazioni di pubblica assistenza della provincia. In sostanza, non è altro che l'anticamera a ciò che sta nascendo nel comune di Carrù: facciamo crescere i nostri ragazzi (e facciamo in modo che portino a casa il messaggio alle famiglie) nella consapevolezza di essere parte integrante di un ingranaggio indispensabile per la crescita individuale e collettiva».
Il sindaco Schellino: «Una squadra del cuore»
«In Italia, ogni anno, circa 72 mila persone vengono colpite da arresto cardiaco e attualmente solo il 5% viene salvata. Questi dati ci hanno spinto a due tipologie di intervento», commenta il sindaco Nicola Schellino. «Da una parte, dotare ogni punto strategico e luogo d’aggregazione di defibrillatore semiautomatico: abbiamo ipotizzato, a tal fine, di procede all’installazione di almeno 6 Dae nei prossimi 3 anni. E, dall’altra, formare una “squadra del cuore” composta da cittadini in grado di operare nell’emergenza. L’Amministrazione ci tiene molto a questo obiettivo».