Gabriele, il ragazzo di Beinette che sfreccia sul ghiaccio
Dall'intervista pubblicata su "Unione Monregalese" dell'ultima settimana
Si sfreccia con la “testa sul ghiaccio” anche a 115-120 km/h, a pancia in giù sulla slitta. Questo è lo skeleton, lo sport che dal 2018 Gabriele Marenchino, ragazzo di Beinette di 22 anni, ha iniziato a praticare, raggiungendo la squadra nazionale, i mondiali Juniores e la Coppa Europa. È disciplina olimpica e, a tutti gli effetti, “sport estremo” anche se, sulla carta, il più lento tra gli sport in slitta (bob e slittino). A luglio Gabriele era a Macerata, impegnato nel primo raduno in vista della stagione 2021-22, poi, a inizio agosto, ha partecipato ai Campionati italiani di spinta estiva a Cortina raggiungendo un buon terzo posto. Lo abbiamo contattato per farci raccontare la sua storia.
Ciao Gabriele, partiamo dall’inizio di tutto. Come ti sei avvicinato allo skeleton?
Io arrivo dall’atletica, quand’ero più piccolo facevo le gare di velocità. Poi, nel 2018, Giovanni Mulassano (monregalese, ex bobbista e skeletonista che attualmente è uno degli allenatori della nazionale italiana di Bob, ndr) mi ha contatto e portato a Cesana per farmi provare il bob. Per determinate caratteristiche fisiche (su tutte il fatto che non sono molto alto) ho testato anche lo skeleton, che ha una slitta un po’ più sottile e pesante rispetto allo slittino: sono riuscito a piacere, a passare le selezioni ed entrare nella squadra nazionale.
Poi cos’è successo?
Verso l’inverno sono arrivate le prime prove. È uno sport molto particolare che ti trasmette un bel carico di emozioni. Io ho avuto la fortuna di iniziare fin da subito abbastanza “deciso” con gare in Coppa Europa e, a fine stagione, i Campionati mondiali Juniores. Qui, al primo anno, mi sono piazzato attorno alla 25a posizione. Non male.
Quali sono le vittorie che ricordi con più piacere?
Il piazzamento più importante finora è il 21° posto ai Campionati mondiali Juniores di St. Moritz 2021 in Svizzera, con il 13° posto in Coppa Europa a Sigulda (Lettonia). Ora il prossimo appuntamento è dal 29 agosto al 4 settembre a Cesana, sul pistino indoor dove sorgeva la vecchia pista delle Olimpiadi 2006, per l’allenamento di spinta.
E quando non ti lanci in pista… di cosa ti occupi?
Studio, all’Università di Scienze Internazionali di Torino. Con l’emergenza Covid s’è fatto tutto online e questo per me è stato certamente un vantaggio visto, in pratica, d’inverno giro sempre.
Come descriveresti il tuo sport “in breve”?
Lo skeleton è sport invernale olimpico, che si fa su “budelli” in tutta Europa. In Italia non c’è neanche una pista attiva, si utilizzano quelle di Cortina e Cesana. Ma serve poi allenarsi sulle piste di gara, anche perché ognuna è fatta a modo suo. A livello tecnico, è essenziale la capacità di spinta nei primi 15-30 metri. I primi anni contava poco, ora è fondamentale. Poi si sale sullo slittino e da lì in avanti conta l’esperienza. La guida è molto importante per raggiungere la velocità: si toccano i 115-120 km/h, nella pista più veloce al mondo, che si trova negli Stati Uniti, anche i 145.
Non ci sono pericoli per la vostra incolumità?
Le traiettorie non permettono di uscire dal circuito. Abbiamo il casco per proteggerci la testa e i colpi maggiori sono quelli che si danno lateralmente. L’adrenalina? Moltissima, però quando si è sullo skeleton, a differenza di ciò che si vede da fuori, non ti rendi davvero conto di quanto stai accelerando. Sei troppo concentrato sulla guida.
Prossima fermata: le olimpiadi invernali?
I Giochi di Pechino 2022 non sono al momento attuale papabili per me. Ma punto a fare un salto di qualità, l’obiettivo è rivolto al 2026, per le Olimpiadi di Milano-Cortina. Sono inserito in questo progetto olimpico.