“Rubedo”: un’opera “lunga” 97 metri, con 8 metri dedicati al cimitero di Dogliani
Mazzone e la sua mastodontica “Rubedo” con il cimitero di Dogliani
A Dogliani, all’apertura di nuove prospettive di ricerca in chiave "schelliniana", contribuisce anche l’incontro con Enrico Mazzone, andato in scena sabato 11 dicembre. Il giovane artista torinese ha presentato “Tourbedo: l’empireo schelliniano”. Mazzone è il creatore di “Rubedo”, ispirata alla Divina Commedia, nella quale appare anche il portale monumentale del cimitero di Dogliani, al quale sono dedicati ben 8 metri del lunghissimo "rotolo". L'autore ha raccontato come è nata quest'opera mastodontica, realizzata su un rotolo di carta lungo addirittura 97 metri e altro 4, spiegando anche come il suo gusto narrativo “strizzi l’occhio” allo stile neogotico dello Schellino.
“Rubedo”: la più grande opera d’arte su carta che sia stata prodotta
97 metri totali di lunghezza, per 4 metri di altezza, sono le dimensioni di Rubedo, opera titanica, realizzata da Enrico Mazzone, che rappresenta, attraverso una narrazione grafica consequenziale, la Divina Commedia di Dante. "Rubedo" significa "porpora" e rappresenta l’ingresso di Beatrice e Dante nel Paradiso. Ogni figura, da quelle in formato monumentale alle miniature, è realizzata interamente a matita (consumandone ben seimila) utilizzando processi grafici diversi: in alcuni punti a mano libera, ma per la maggior parte con un originale puntinato che simula la tecnica litografica d’incisione.
Influenzato a livello tecnico da Albrecht Dürer è stato però Gustave Doré a sviluppare l’immaginario figurativo di Enrico Mazzone bambino, quando a cinque anni ebbe per le mani un’edizione della Divina Commedia illustrata dalle incisioni del grande artista. Rubedo, iniziata in Finlandia, è stata terminata dopo 5 anni nel 2021 a Ravenna, dove 700 anni fa moriva Dante.
Tra le curiosità, il portale dell’Empireo dantesco è ispirato al monumentale portale del Cimitero di Dogliani. L’idea è stata suggerita all’artista nel 2018 dall’architetto Luigi Rajneri, in occasione del Convegno per i 200 anni dalla morte di G.B. Schellino, autore del magnifico portale neogotico.
Enrico Mazzone è torinese, diplomato all’Accademia di Belle Arti di Torino, nel 2007, a 26 anni, lascia la sua città alla ricerca di nuovi stimoli artistici, spingendosi fino all’Artico per partecipare nel 2015 a una residenza d’artista in Finlandia. Nel nitore assoluto delle terre nordiche, Enrico Mazzone riesce a liberare la mente, a godere del gesto artistico e a tradurre un’intuizione in un’opera grandiosa, complice l’omaggio di una quantità enorme di cellulosa da parte della cartiera Upm finlandese.
Mazzone ha realizzato gran parte del lavoro nell’aula magna dell’università di Rauma, ma gli ultimi 27 metri dell’opera li ha terminati negli spazi del mercato coperto di Ravenna, messi a disposizione grazie all’interessamento di importanti sostenitori, quali Vittorio Sgarbi, Leonardo Spadoni e Beatrice Bassi.