Il 2021 è stato l’anno dei Måneskin, ma il migliore è Marracash

Che anche singoli eventi mediaticamente rilevanti possano far da volàno ad un rigurgito di rock è cosa più che buona, ma non c’è da cantar vittoria. Mai come nel 2021 infatti si è sentita grande carenza, Måneskin a parte, di rock-band nelle posizioni più alte della classifica (anche se qualcosa, poi lo vedremo, merita attenzione).
Tralasciando gli Afterhours del “padre nobile” Agnelli, i Måneskin rappresentano la punta di un iceberg che ha regalato, negli ultimi 10 anni, rock di grandissimo interesse sul piano nazionale, sebbene non tutti esportabili. Oltre al giovane quartetto romano, gli unici apprezzati oltre confine sono i Calibro 35. Tuttavia band come Il Teatro degli Orrori e i Verdena sono stati senza dubbio i collettivi più innovativi. Tra le band più vicine alle nuove generazioni si annoverano I Ministri ed i Fast Animals & Slow Kids, a cui si aggiungono artisti come Zen Circus, Marta Sui Tubi o i meno gettonati Management del Dolore Post Operatorio, per non parlare poi di Adriano Viterbini, con i Bud Spencer Blues Explosion ed il super gruppo I Hate My Village.
Eppure, si diceva, il rock è avaro di nuove proposte: tra i migliori dischi del 2021 si contano solo due EP, Gibbone (I Hate My Village) e Post Momentum (Calibro 35). L’indie invece non vive un momento roseo: troppo spesso si definisce “alternativo per attitudine” qualcosa che per contenuti e stile potrebbe invece essere annoverato nella scena pop, ma con scarso richiamo. Pochi saggi hanno deciso di non nascondersi dietro atteggiamenti di facciata, abbracciando la strada della musica leggera (che nel caso di Colapesce e Dimartino ha mostrato ottimi risultati).
Il 2021 ci ha riconsegnato in Italia un solo artista capace di offrire una visione effettivamente alternativa della musica. Jacopo Incani, anima e mente del progetto “Iosonouncane”, con un album difficile, ma tutt’altro che banale, ha dimostrato di avere cose da dire. L’altro artista che si eleva dalla massa è il piemontese Cosmo che propone un pop intelligente e coraggioso, uno dei pochi a parlare anche di temi contemporanei e di lockdown, con battute in levare.
Ecco che dunque le cose più interessanti vanno ritrovate in quella musica pop tanto bistrattata. Marracash ha pubblicato un disco capace di convincere: Noi, Loro, Gli Altri (qui l'intervista del "Marra" su Radiodeejay) è il disco che meglio di altri parla dell’oggi, con il linguaggio contemporaneo, di ciò che è il mercato musicale, di chi siamo e di ciò che rischiamo di diventare.
Il vero volto nuovo del 2021 invece è Venerus: il suo Magica Musica propone un florilegio di sfumature in cui domina un'anima soul di grande raffinatezza. Un bel disco lo ha proposto La Rappresentante di Lista con un art-pop derivativo di Florence & the Machine ed echi dei migliori Moloko, ma pur sempre interessanti, forse anche più di Madame che singolo sanremese a parte è lavoro nel complesso troppo mono-tono. Cantautori interessanti sono da un po’ di tempo Giorgio Poi (il disco è Gommapiuma) e il torinese Andrea Laszlo De Simone (un altro bellissimo singolo come Vivo).
Due citazioni vanno per i Casino Royale tornati con un album degno di nota e per i Barton Think (monferrina la produzione, ma trapelano troppe poche informazioni per confermare la provenienza di Austin dichiarata nei social).
Dei Måneskin si può aggiungere che per quanto il nuovo disco abbia fatto centro in tutto il mondo si regge troppo su di un paio di singoli di ottima fattura (Zitti e Buoni e I Wanna be your Slave), e, ballate a parte, non dà grande spazio ad altro più di qualche bella schitarrata.
La TOP 15
15 Amerigo Verardi “Un Sogno di Maila”
12 Barton Think “My Last Album”
8 Måneskin “Teatro d’ira - Vol. I”
6 La Rappresentante di Lista “My Mamma”
3 Cosmo “La Terza Estate dell’Amore”
1 Marracash “Noi, Loro, gli Altri”
Qui trovate gli altri articoli dello Speciale
Il Disco: Passato, Presente e Futuro
Possono i dischi raccontare ancora un anno di musica?
Re incontrastato del 2021 è il ROCK (all’estero)