Fine dello stato di emergenza, si allentano le misure. «Gli italiani hanno dimostrato senso civico»
È una dicitura, e una condizione, che ci accompagna da più di due anni ed ora è destinata a scemare: è lo “Stato di emergenza” varato il 31 gennaio 2020, ai primi sentori della pandemia, dal Governo Conte, a cui seguirono varie proroghe. Decisione presa per il “rischio sanitario connesso all’insorgenza di patologie derivanti da agenti virali trasmissibili (Covid-19)” che di lì a poco travolse il mondo. Tra quindici giorni, il 31 marzo, tutto questo si chiuderà senza ulteriori proroghe: un cambiamento piuttosto deciso verso un vero ritorno ad una “normalità” che quasi stavamo per scordare. Non c’è un colpo di spugna, ma un percorso graduale di “uscita”, regolamentato da un nuovo Decreto che il governo ha varato giovedì 17 marzo. Punto focale il superamento dal primo maggio del Green pass.
L’OBIETTIVO ERA TORNARE ALLA NORMALITÀ – «L'obiettivo del Governo era il ritorno alla normalità: far ripartire l'economia e recuperare la socialità. Con questo provvedimento eliminiamo quasi tutte le restrizioni che hanno limitato la nostra vita» ha sottolineato Mario Draghi. Con la fine stato di emergenza ci sarà lo scioglimento del Comitato tecnico scientifico «che comunque ha dato un supporto straordinario alle decisione toccate agli ultimi Governi nel periodo della pandemia. Ringrazio i prof. Locatelli e Brusaferro e il ministro Speranza che ha dovuto attraversare un periodo di straordinaria difficoltà. A lui va la mia gratitudine, così come all'esecutivo precedente che si è trovato per primo ad affrontare la pandemia dovendo prendere decisioni difficili».
IL DECRETO – Rispetto alle anticipazioni dei giorni scorsi il percorso è più snello. Date chiave, il 1º aprile e il 1º maggio.
Lavoro. La sospensione dei lavoratori senza Super Green Pass sopra i 50 anni «non avverrà più. Sarà sufficiente per loro fino al 30 di aprile avere il Green pass base. La sospensione dal lavoro resterà solo per la fascia delle personale sanitario e i lavoratori di strutture ospedaliere e delle Rsa, in questo caso il prolungamento dell'obbligo è al 31 dicembre».
Green pass. Dal 1 aprile stop all'obbligo del Green pass per ristoranti e bar all'aperto, così come per l'accesso negli hotel. Il certificato verde rafforzato rimane in alcuni ambiti (piscine, centri natatori, centri benessere, palestre, strutture ricettive, convegni, congressi, centri ricreativi, feste cerimonie civili/religiose, sale gioco/scommesse/bingo, discoteche e assimilate, partecipazione spettacoli e competizioni sportive al chiuso.) ancora fino al 30 aprile. Dall'1 maggio invece non sarà più necessario esibirlo.
Dal primo di aprile non sarà più richiesto il Green pass sui bus e sui mezzi di trasporto pubblico locale, mentre continuerà a vigere l'obbligo di indossare le mascherine
Sempre dal 1º aprile la capienza degli stadi tornerà al 100% con Green pass base.
Dal 1º maggio ristoranti e altri locali al chiuso saranno accessibili anche senza certificato verde.
Quarantene. Stop alle quarantene da contatto con un caso positivo al Covid. Dal primo aprile dovrà rimanere isolato a casa solo chi ha contratto il virus. Cade la distinzione tra vaccinati e non vaccinati.
“GLI ITALIANI HANNO DIMOSTRATO UN GRANDE SENSO CIVICO” – Un periodo difficile anche per i cittadini, ma «altruismo e pazienza hanno contraddistinto gli italiani che hanno dimostrato un grande senso civico: di questo occorre andare fieri. Grazie anche al generale Figliuolo la cui nomina ha rappresentato un punto di svolta». «Il green pass è stato un grande successo che ha concesso di far ripartire l'economia, oggi andiamo verso il suo superamento anche se osserviamo con attenzione l'andamento della curva epidemica. Grazie ai vaccini sono stati evitati 80 mila decessi nel solo 2021».
QUARTA DOSE FORSE SOLO PER I FRAGILI? – La struttura commissariale sarà via via assorbita dal Ministero della sanità in un regime ordinario. «Vogliamo una struttura permanente per affrontare queste emergenze» ha aggiunto Draghi. Intanto si va a superare definitivamente il sistema a “colori” per le fasce di rischio. Mascherine: lo schema resta così fino al 30 aprile. Sulla quarta dose il ministro Speranza ha sottolineato come: «In questo momento non ci sono evidenze scientifiche per la quarta dose per tutti, stiamo valutando in un ambito di fragilità».
IN PIEMONTE CRESCONO I CONTAGI, MA SI RIDUCE L’OCCUPAZIONE OSPEDALIERA – Nella settimana 7-13 marzo in Piemonte il numero dei nuovi casi risulta in aumento rispetto alla settimana precedente e la percentuale di positività dei tamponi è al 14%. L’Rt puntuale calcolato sulla data di inizio sintomi passa da 0.69 a 0.78 e l’incidenza si attesta a 375,78 casi ogni 100 mila abitanti (era 295,59), con un valore che risulta oggi il più basso in Italia (il valore nazionale è di 727.9 casi ogni 100mila abitanti). Continua a ridursi il tasso di occupazione dei posti letto di terapia intensiva che si abbassa dal 4,6% al 3,3% e anche quello dei posti letto ordinari che passa dal 9,3% all'8,5%. Il Piemonte, insieme a Veneto e la Lombardia, è una delle regioni più grandi con l'occupazione ospedaliera più bassa a livello nazionale, sotto il 10%.