Peste suina in Piemonte: via libera al depopolamento dei cinghiali
Nuove, urgenti e mirate misure di depopolamento dei cinghiali, sorveglianza della presenza della peste suina africana e biosicurezza graduate per “zona infetta”, “zona di sorveglianza attiva”, “zona indenne prossimale” e “zona indenne distale”, sono contenute nell’ordinanza firmata mercoledì scorso dal presidente della Regione Piemonte, Alberto Cirio. Si amplia la platea dei soggetti che possono partecipare alle azioni di depopolamento dei cinghiali. Il contenimento potrà infatti essere effettuato, oltre che dagli agenti delle Province e della città metropolitana di Torino, dagli agenti di vigilanza delle aree protette, dai proprietari o conduttori dei fondi interessati muniti di licenza di porto d'armi, o appositamente incaricati all’abbattimento (tutor), dalle guardie venatorie volontarie e dai cacciatori nominativamente individuati in possesso di specifica formazione, operanti sotto il coordinamento delle medesime amministrazioni. Roberto Moncalvo, presidente di Coldiretti Piemonte, e Bruno Rivarossa, delegato confederale Coldiretti, commentano: «Con la necessità di arrivare ad abbattere 50 mila cinghiali era necessario, come da tempo sollecitavamo alla Regione, prevedere un piano straordinario per il contenimento. Si amplia la platea dei soggetti che possono partecipare alle azioni di depopolamento. Tra le azioni adottabili, è prevista anche la possibilità, sull'intero territorio regionale, di utilizzare le gabbie per la cattura degli animali. Rispetto, poi, alle azioni di monitoraggio, i soggetti competenti sono tenuti, entro 48 ore, a tracciare gli abbattimenti e la Regione pubblicherà i dati di monitoraggio con cadenza mensile. Prosegue, quindi, il nostro lavoro costante, già di lungo periodo, con gli assessori alla Sanità, Luigi Genesio Icardi, e all'Agricoltura, Marco Protopapa, che ha portato all'emanazione di questa ordinanza, ma occorre che le nuove misure trovino subito attuazione sui territori affinché le nostre imprese possano avere risposte concrete per affrontare questo momento di difficoltà legato alla peste suina, ma ulteriormente aggravato dagli sconvolgimenti di mercato, dalle speculazioni e dalla guerra».
Azioni possibili anche in Val Bormida a Gottasecca, Monesiglio, Prunetto e Saliceto
Il depopolamento è attuabile anche nei Comuni prossimali alla zona infetta. Per il territorio piemontese quindi i provvedimenti riguardano Gottasecca, Monesiglio, Prunetto, Saliceto, Cortemilia, Perletto, Pezzolo Valle Uzzone, Castelletto Uzzone, Bergolo, Bosia, Camerana, Castiglione Tinella, Castino, Cossano Belbo, Cravanzana, Feisoglio, Gorzegno, Levice, Mango, Rocchetta Belbo, Santo Stefano Belbo e Torre Bormida.