La conta dei danni: colpiti in pieno i vigneti tra Farigliano, Piozzo, Carrù e Dogliani
La pioggia tanto attesa è arrivata ma con la grandine. Una perturbazione che ha colpito a macchia di leopardo in alcune zone del Piemonte con eventi estremi caratterizzati da nubifragi, rovesci di forte intensità, fulmini, forti raffiche di vento e grandinate anche dalle dimensioni anomale.
Le zone maggiormente colpite – fa sapere la Coldiretti in una nota stampa – sono il Vercellese dove tra Trino, Tronzano, Bianzé, Fontanetto Po e Ronsecco il maltempo ha danneggiato il mais e il Cuneese dove ad essere colpiti sono stati, principalmente i comuni di Farigliano, Piozzo, Carrù e Dogliani con danni ingenti ai vigneti, per le uve Dolcetto ai noccioleti oltre a Cavour, in provincia di Torino, dove a farne le spese è il mais e anche qualche frutteto non coperto dalle reti antigrandine. Il forte vento, poi, ha sradicato alberi, scoperchiato tetti delle cascine e, soprattutto nel saluzzese, i grossi chicchi di grandine hanno distrutto vari parabrezza delle auto.
Una bufera di vento e grandine a Farigliano e Carrù ha scoperchiato capannoni e tetti e divelto pannelli fotovoltaici, mentre sulle Langhe doglianesi ha gettato a terra i grappoli in maturazione di uve Dolcetto, con danni ingenti. I tecnici di Coldiretti Cuneo sono al lavoro per analizzare la situazione, azienda per azienda.
Nei noccioleti tra Carrù, Piozzo e Farigliano, il vento forte ha spezzato rami e sradicato piante, facendo anche cadere a terra buona parte dei frutti, non ancora completamente maturi: una beffa a dieci giorni dall'inizio della raccolta – spiega Coldiretti Cuneo – vista la complessità delle operazioni di pulizia, ora indispensabili per salvare l'annata, con le nocciole già a terra.
Non è andata meglio per i campi di mais spazzati dal vento tra Dogliani e Carrù: le piante defogliate di mais per l'alimentazione degli animali dovranno essere rimosse con pesanti danni per i produttori in un'annata – ricorda Coldiretti Cuneo – già difficile per l'aumento insostenibile dei costi di produzione.
Meno grave la situazione nel resto della Provincia, dove in molte aree non è scesa nemmeno una goccia d'acqua, perpetuando la lunga attesa di pioggia benefica. Nel distretto frutticolo saluzzese, alle prese con la pesante carenza di manodopera stagionale che Coldiretti denuncia da mesi, la grandine, arrivata nel pieno delle raccolte estive, non è stata violenta come quella caduta sulla città di Saluzzo e le reti antigrandine hanno funzionato a dovere. Nel Fossanese una tempesta di vento ha allettato il mais, senza tuttavia conseguenze irreparabili.
«Ancora una volta, ci troviamo a fronteggiare le conseguenze del cambiamento climatico con una tendenza alla tropicalizzazione di lungo periodo e una più elevata frequenza di manifestazioni violente. Il risultato è un conto per l'agricoltura italiana di 14 miliardi di euro in un decennio, tra perdite della produzione e danni alle strutture e alle infrastrutture. A ciò si aggiungono i rincari delle materie prime che da mesi stanno mettendo in ginocchio gli agricoltori con aumenti record che vanno dal +170% dei concimi al +129% per il gasolio» evidenzia Enrico Nada, Presidente di Coldiretti Cuneo.
«Il maltempo delle ultime ore, in un'estate di gravissima siccità, fa salire la conta dei danni poiché le precipitazioni per essere di sollievo devono durare a lungo, cadere in maniera costante e non troppo intensa, mentre i forti temporali provocano danni poiché i terreni non riescono ad assorbire l'acqua provocando allagamenti, frane e smottamenti. La grandine, in particolare, è l'evento più temuto per i danni irreversibili che provoca ai raccolti e in una manciata di minuti è in grado di distruggere il lavoro di un anno», spiega Fabiano Porcu, Direttore di Coldiretti Cuneo.
«Aumentano così i danni con il maltempo che si aggiunge alla siccità ed, in particolare, la grandine è la più temuta dagli agricoltori perché in una manciata di minuti è in grado di distruggere il lavoro di un anno – fanno notare Roberto Moncalvo Presidente di Coldiretti Piemonte e Bruno Rivarossa Delegato Confederale -. Siamo di fronte alle conseguenze dei cambiamenti climatici con il moltiplicarsi di eventi estremi e una tendenza alla tropicalizzazione di lungo periodo con una più elevata frequenza di manifestazioni violente, sfasamenti stagionali, precipitazioni brevi e intense ed il rapido passaggio dal sole al maltempo. I nostri tecnici sono al lavoro in queste ore per verificare e dettagliare meglio quanto accaduto stanotte in tutte le province».