Ceva: Alciati si è dimesso dal Consiglio comunale. Diventa assessore esterno a Vicoforte
Davide Alciati si è dimesso dal Consiglio comunale di Ceva. Consigliere di minoranza della lista "Svolta per Ceva con Alciati", sindaco non eletto nel 2019 contro Enzo Bezzone (ma già sindaco di Ceva prima di Vizio), ha rassegnato le sue dimissioni giovedì 11 agosto.
Alciati diventerà dunque il nuovo assessore esterno a Vicoforte nella Giunta del sindaco Valter Roattino. I due incarichi erano incompatibili: per la nomina in Giunta era necessario che abbandonasse le vesti di consigliere cebano. A Ceva gli dovrebbe subentrare il primo escluso, Stirianotti.
A Vicoforte, dove pochi giorni fa la maggioranza si è spaccata, con due assessori (Roberto Botto e Lucia Polleri) e un consigliere (Bruno Cavallo) che hanno rotto col sindaco, Roattino non fa passi indietro: non si dimette e sta riformando l'esecutivo con assessori esterni. Una è già stato nominata: Elena Cuniberti, con delega al Commercio e al sociale (consulente del lavoro, è anche volontaria del Gruppo civico di Protezione civile cebano; è anche nell'Associazione monregalese "Mondodidonna"); l'altro era un nome che circolava addirittura già prima dell'uscita di Botto dalla Giunta, ovvero Alciati. La sua nomina è ora confermata.
Il destino politico di Vicoforte non è ancora chiaro. Dal punto di vista dei numeri, la maggioranza non esiste più: in Consiglio comunale, Roattino può contare su cinque consiglieri a suo favore e sette contro (compresi Botto, Polleri e Cavallo). Se non si trova una quadra, ogni delibera potrebbe essere bocciata. Senza contare che il sindaco si potrebbe trovare costretto a dover fare i conti con una mozione di sfiducia. Proprio per questo, nei giorni scorsi, i due gruppi di opposizione "Insieme per Vicoforte" (Gasco e Massa) e "Progetto in Comune" (Bonelli e Beccaria), col nuovo gruppo distaccatosi dalla maggioranza "Obiettivo in Comune" ( Botto, Polleri e Cavallo), hanno incontrato il sindaco e l'Amministrazione proponendogli una sorta di tregua, una "pax-politica" a tempo determinato: concludere i principali punti programmatici utili per il paese dando il proprio voto favorevole sulle delibere essenziali (approvazione del Bilancio, fondi PNRR, servizi scolastici ed essenziali, personale e Unione Montana), per poi andare a elezioni nel 2023. Ma Roattino non ha accettato, confermando che intende proseguire fino alla fine del suo mandato, nel 2025.
C'è poi un dettaglio, meramente tecnico ma le cui conseguenze politiche non sono da sottovalutare: se Roattino si dimettesse, non potrebbe ripresentarsi nel 2023 per il terzo mandato da sindaco - mentre, se invece venisse sfiduciato ora, potrebbe ricandidarsi. Lo dice la legge: il testo Unico sugli Enti locali specifica (art. 51, comma 3) che «È consentito un terzo mandato consecutivo se uno dei due mandati precedenti ha avuto durata inferiore a due anni, sei mesi e un giorno, per causa diversa dalle dimissioni volontarie». Roattino è stato eletto sindaco nel settembre 2020.