L’arrivo dei giganti: i nostri finisher al trail più duro al mondo
Bisogna essere sicuramente un po’ pazzi per anche solo pensare di portare a termine un’impresa del genere. 330 km totali, 24mila metri di dislivello, 25 colli oltre i 2000 metri da attraversare. Non a caso il “Tor des Gèants”, con partenza e arrivo a Courmayeur, è considerato il trail più duro al mondo.
Ma ci vuole una “sana” follia, fatta di rigore, preparazione, spirito di sacrificio e grande forza, fin più mentale che fisica. Dopo una notte drammatica caratterizzata da una fitta nevicata in alta quota che ha costretto gli organizzatori a fermare la gara e a riportare a valle i concorrenti ancora impegnati sul percorso, il Tor ha potuto celebrare i suoi finisher senza ulteriori problemi climatici al Parco Bollino di Courmayeur nella giornata di domenica. Sono stati 882, complessivamente, gli atleti delle tre gare del sistema “Tor-X” andate in scena nell’ultima settimana in Valle d’Aosta: 589 nella prova regina del “Tor 330”.
Ad imporsi qui è stato lo svizzero Jonas Russi, che ha coperto il percorso in appena 70 ore 31 minuti e 36 secondi, dormendo appena per 17 minuti. Il favorito alla vigilia Franco Collè è stato invece costretto a ritirarsi nelle prime ore di gara. Tra le donne trionfo con record di Sabrina Verjee veterinaria inglese di 41 anni (in 80 ore 20 minuti).
Storie da eroi monregalesi
Ma il “Tor” è storia anche di Giganti ed eroi locali. Come il 31enne Mattia Negro del Team Marguareis che è stato il più veloce dei “monregalesi” arrivando al traguardo già giovedì all’ora di pranzo (la partenza per tutti era scattata domenica 11 settembre) con un pazzesco 38° tempo assoluto. O come l’immortale Paolo “Excalibur” Rubaldo da Garessio: 64° assoluto a 50 anni in poco più di quattro giorni. E nel 2019, senza troppo clamore, aveva portato a casa il Tor de Glacier, la versione “potenziata” da 450km. Poco oltre è arrivato Francesco Filippi, carrucese, al debutto assoluto sulla distanza lunga. Ha concluso all’87° posto assoluto, un grandissimo risultato.
Nella giornata di venerdì hanno conquistato la gloria Elio Griseri (57 anni del Team Marguareis, 193°) e Franco Camperi della Pam (45 anni, 197°). Nel pomeriggio sono arrivati “a braccetto” Giacomo Bergese (33 anni, 254°) e Denis Fea (40 anni, 253°).
Nella notte ha completato l’impresa Flavio Ferrero (58 anni, 338°) e sabato mattina ha tagliato l’ambito traguardo Andrea Bessone, 58 anni di Roccaforte già noto per le imprese estreme in bici. Quindi dopo lo stop della gara per neve, la direzione di gara ha cambiato la propria decisione: hanno ricevuto il premio di finisher tutti i corridori "che risultino regolarmente in gara e che abbiano il rilevamento cronometrico di Bosses o oltre". Di diritto quindi il titolo spetta ancora al valtanarino Marco Rosso (49 anni) e alle donne “no limits” Monica Conterno (50 anni) del Roata Chiusani e Michela Aimo del Team Marguareis (41 anni).
Erik Rolando finisher nei 130 km
Da segnalare nella gara dei 130 chilometri, il Tor Dret, con 11mila metri di dislivello positivo il bel risultato di Erik Rolando, arrivato 52esimo con un tempo di 33 ore e 37 minuti. Il sogno di tutti gli ultramaratoneti.