Woody Allen: il marchio di fabbrica
di Giovanni Rizzi
La produzione filmica di Woody Allen viaggia a ritmi decisamente più elevati rispetto a quelli dei colleghi, se pensiamo ad altri mostri sacri come Leone e Bertolucci che impiegavano anche 5 anni tra l’uscita di un lavoro e l’altro, le 50 regie in 45 anni (senza contare l’attività teatrale e di scrittura) rispecchiano ottimamente la nevrosi caratteristica del personaggio, e il suo inevitabile sfogo creativo.
L’ispirazione per il cineasta newyorchese è potenzialmente un pozzo senza fondo da cui attingere senza sosta, e quello che colpisce, considerando i tempi dilatati necessari per la produzione di un lungometraggio al giorno d’oggi (e anche dell’inesorabile passare dell’età), è che l’uscita dei film continui a rispettare una cadenza quasi annuale.
Osservando le ultime pellicole, emergono i trucchi dell’artigiano, capace di muoversi a piacimento all’interno di un modello narrativo consolidatosi col tempo, un calco sicuro e collaudato come il tratto stilistico inequivocabile e ancora ricco di inventiva. Il pubblico si aspetta in partenza di vedere un film alla “Allen” venendo accontentato, mentre la critica posta al varco deve di volta in volta rimandare il necrologio artistico.
L’uscita di un film di Woody è rassicurante per la platea raffinata, che si gusta la visione però con l’amara consapevolezza di trovarsi ormai al tramonto di un’epoca. Un clima da recita finale accompagna le atmosfere naturali del fifi lm, forse regalandogli un valore più alto di quello che realmente meritano. Ad essere severi, l’ultima parte di carriera poco aggiunge e niente toglie a tutto quello realizzato in precedenza, ed è purtroppo doveroso ammettere quanto attualmente Woody Allen stia rischiando di diventare un marchio di qualità a cui un settore in sofferenza si aggrappa per sopravvivere. Non è ben chiaro per quali ragioni in tempi di revival nessuno ne abbia concretamente raccolto il testimone, riprendendone il modello: forse per non scontrarsi col mito o forse perché il suo stile appartiene ormai ad un’altra epoca. O più probabilmente perché il cinema di Allen funziona solamente con apposta la sua firma.