Enrico Mattei – L’inchiesta di Francesco Rosi
di Giovanni Rizzi
La guerra alle “sette sorelle” e la sciagura sui cieli della campagna lombarda. Francesco Rosi non nasconde questo collegamento tra un possibile mandante e la conseguente morte di Enrico Mattei. Non convincono il regista, e molti altri, le indagini che archivieranno l’incidente come accidentale. Troppo importante la figura dell’industriale nel panorama economico, ed evidente la sua volontà di contrasto ai potentissimi trust del petrolio anglo americano.
Le zone d’ombra di un’inchiesta che ignora le parole dei testimoni oculari, tralascia prove e fugge dalla considerazione logica di un movente più che attendibile alla base del delitto. Questi aspetti spingono il cineasta a creare un’indagine personale, talmente coinvolgente da parte sua di sentirsi in diritto di entrare egli stesso fisicamente nel film, ponendo quelle domande scomode che diffiffi cilmente ottengono risposte esaurienti.
Partendo dal libro “L’assassinio di Enrico Mattei”, il regista intraprende un viaggio nel passato dell’industriale, mostrandoci come prima cosa l’incidente: l’effetto. Per poi addentrarsi sulle “cause”, ovvero tutta l’opera di risanamento dell’AGIP e la conduzione dell’industria italiana degli idrocarburi su una posizione di vantaggio rispetto alla concorrenza. Un racconto che utilizza i documenti del tempo e la ricostruzione dei passaggi fondamentali attraverso l’interpretazione perfetta di Gian Maria Volontè. E poi l’inchiesta vera e propria a 10 anni di distanza dal fatto, che ci permette di unire tutti i puntini, convincendoci della visione del pensiero di Rosi.
La pellicola, uscita nel 1972, dimostra anche quanto nel bene o nel male un film d’inchiesta vada oltre il paio d’ore di indignazione e riflessioni della sua visione, e che sia in realtà qualcosa di più grande e a volte molto più scomodo. A ricordarcelo c’è il tragico destino che lega il giornalista Mauro De Mauro al film di Rosi. Interpellato per partecipare alla fase di indagine e scrittura del film, verrà rapito pochi giorni dopo in Sicilia mentre raccoglieva nuove informazioni sul caso Mattei, senza venire mai più ritrovato.