Il vescovo alla messa di fine anno: “Tra tante difficoltà siamo ancora qui, nel segno della fede”
Sabato 31 dicembre nella chiesa parrocchiale di Mondovì Ferrone, il vescovo mons. Egidio Miragoli ha presieduto l’Eucaristia a conclusione dell’anno 2022, con il canto del “Te Deum” di ringraziamento, mentre ci si appresta a salutare il nuovo anno 2023, nella Giornata mondiale della pace e nella solennità liturgica di Maria santissima Madre di Dio. Oltre ai fedeli monregalesi, erano presenti gli amici del Movimento “Fede e Luce” (famiglie con disabili) e gli amici della Comunità “Papa Giovanni XXIII” ospitati nei locali della parrocchia per la serata di Capodanno.
La memoria e la preghiera per un grande papa - «L’ultimo giorno dell’anno di per sé è un giorno come un altro. Solo una umana convenzione gli dà rilievo, valore di punto di svolta – ha detto nell’omelia mons. Egidio Miragoli –. Quest’anno, peraltro, lo segna la perdita del grande papa emerito Benedetto XVI (ricordato anche domenica 1° gennaio nella messa presieduta dal vescovo al Santuario di Vico alle ore 11), l'umile lavoratore nella vigna del Signore, come si era egli stesso dichiarato nel giorno dell'elezione, ma anche il teologo e il professore di rara finezza che ha tracciato con lucidità e grande fede il cammino della Chiesa agli inizi del nuovo millennio. Perciò, in questo 31 dicembre dell’anno 2022 abbiamo un motivo in più di preghiera, a suffragio della sua anima ma anche di lode a Dio, che ha donato alla nostra epoca una figura destinata e rimanere nella Storia, non solo della Chiesa.
Una data convenzionale, ma non banale - «Tornando al Capodanno, a questa data convenzionale ma non banale, non possiamo tacere come essa si carichi quasi naturalmente dell’anno intero, raccogliendone l’eredità dentro il cuore di ciascuno – ha continuato il vescovo –. Oggi più di sempre, azzardiamo infatti consuntivi, tentiamo bilanci, ripercorriamo fatti, speranze, delusioni degli ultimi dodici mesi. Non sono anni facili, per nessuno» ma «Preferisco trarre conforto da un dato inconfutabile: il fatto che, comunque, siamo qui. E che, se siamo qui, in questo luogo, è perché non abbiamo perso la fede. Non è poco».
Convertire il cuore alla pace - Il tema cruciale della pace: «Il primo gennaio, lo sappiamo, è la Giornata mondiale della Pace. Anche qui, instancabilmente, incuranti delle mille guerre che incendiano il mondo, noi celebriamo questa ricorrenza. È bello, ma dobbiamo farlo con il cuore. Cioè convertendo il cuore alla pace», «Cerchiamo dunque, senza paura, nel nuovo anno, di essere “disarmati" in famiglia e sul lavoro, in parrocchia e con gli amici, in politica e nel sociale: solo così il mondo attorno a noi avrà la sua grande pace, come somma delle piccole paci da ciascuno di noi volute, realizzate e difese».
IL TESTO COMPLETO DELL'OMELIA SU L'UNIONE MONREGALESE DI MERCOLEDÌ 4 GENNAIO