La produttività aziendale parte dalla buona tavola: novità in arrivo per i buoni pasto 2023
Tra le forme di welfare aziendale più apprezzate e diffuse ci sono i buoni pasto, benefit offerti generalmente da quelle aziende sprovviste di mense.
I datori di lavoro non sono obbligati tuttavia ad erogare questi buoni, a meno che non sia espressamente previsto dal CCNL di categoria, dalla contrattazione individuale o dalla contrattazione decentrata.
Uno dei principali pregi dei buoni pasto è la notevole flessibilità. Possono infatti essere spesi direttamente nei bar, nei ristoranti, nelle trattorie e in qualsiasi altra attività ristorativa per consumare il pasto preferito. Oppure possono essere utilizzati per fare la spesa nei supermercati e, all'occorrenza, ordinare cibo e farselo portare tramite i servizi di delivery food.
Una delle principali novità del 2023 riguarda il formato dei buoni pasto, che possono essere cartacei e digitali. Gli ultimi adattamenti della normativa sono orientati a spingere i dipendenti a scegliere i ticket digitali per vari motivi.
I buoni digitali funzionano come un bancomat o una carta di credito, e infatti è sufficiente pagare tramite un terminale POS.
Altra importante novità riguarda la tassazione, infatti con il ticket digitale la soglia di esenzione dell'importo dei buoni pasto sale da 5,29 a 7 euro.
Il limite di esenzione fiscale per i buoni pasto cartacei, dopo la Legge di Bilancio 2020, è invece sceso da 5,29 a 4 euro.
Tutte queste modifiche sono destinate a favorire l'uso di ticket digitali che, oltre a ridurre lo spreco di carta nell'ottica di una più efficiente dematerializzazione, risultano anche elettronicamente tracciabili, così da porre un freno all'evasione fiscale.
É, inoltre, opportuno specificare che i buoni pasto non possono essere ceduti a terzi, né tanto meno a colleghi, familiari e amici, ma possono essere spesi esclusivamente dal beneficiario.
C'è un'altra parte importante della normativa da sottolineare: i buoni pasto possono essere cumulati fino ad 8 per volta per fare la spesa oppure per pagare ristoranti, pizzerie, tavole calde o negozi di alimentari.
Hanno diritto ai buoni pasto i dipendenti con un contratto full time, ma anche quelli che hanno un contratto part time.
In particolare, secondo il Decreto 7 giugno 2017, possono beneficiare dei buoni pasto i dipendenti che lavorano part time, anche se l'orario di lavoro non prevede una pausa per il pranzo.
Per chi ha un contratto di lavoro part time il buono pasto viene generalmente erogato se l'orario copre la fascia oraria di un pasto, oppure se la distanza tra il luogo di lavoro e la propria abitazione è tale da rendere impossibile il consumo del pasto a casa propria.
Le modifiche sono però all'ordine del giorno e quindi è consigliabile leggere l'articolo aggiornato di approfondimento per sapere chi ha diritto ai buoni pasto, che contribuiscono a migliorare la produttività aziendale e la qualità della vita lavorativa dei collaboratori.
La produttività aziendale parte dalla buona tavola: novità in arrivo per i buoni pasto 2023
Abbonati all'Unione Monregalese