Garessio, pestò un conoscente perché aveva litigato con l’amico: condannato a tre anni
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Un’aggressione violenta, senza nessuna ragione precisa. Se non quella di essersi trovato «al posto sbagliato nel momento sbagliato». Per un ragazzo di Garessio, oggi ventunenne, quella serata di festa con gli amici nel luglio del 2021 si è trasformata in un incubo. Tutto a causa di un pugno ricevuto da un compaesano della sua età mentre attraversava la passerella pedonale sul Tanaro: «Ho avuto un calo della vista e ho dovuto mettere gli occhiali. Per due mesi non ho potuto mangiare cibi solidi, avevo perso più di venti chili. Soffrivo di mal di testa, emicranie e dolori». Quel pugno alla tempia gli ha provocato, oltre a un black out di memoria, una frattura scomposta al naso e allo zigomo frontale, un’operazione chirurgica e due placche di titanio con le viti in testa. Eppure, sul momento, si era cercato di evitare la denuncia, a cui si è arrivati solo dopo che l’altro si è rivolto alle autorità per primo.
Il processo contro il 21enne, davanti al giudice di pace di Mondovì, è finito nel nulla. Quello nei confronti del suo presunto aggressore, chiamato a rispondere di lesioni personali gravi, è terminato invece con una condanna a tre anni e sei mesi da parte del giudice Marco Toscano. «Non eravamo amici ma avevamo rapporti civili», ha ricordato la persona offesa parlando di A.S. Tutti e due quella sera erano alla festa del “Miglio d’oro”, una manifestazione di richiamo per i giovani del posto. Il ragazzo che sarebbe stato aggredito voleva tornare a casa, proprio in quei mesi stava studiando per il test di accesso a Medicina. Arrivato sulla passerella, l’altro lo avrebbe colpito senza nessun preavviso: «La mia presenza – ha detto la vittima – è stata percepita come una minaccia. Io l’avevo solo guardato». “Colpa” della sua amicizia con un altro coetaneo, non coinvolto nella rissa, ma che nel corso della stessa serata era già venuto alle mani con A.S., a causa di alcune vecchie ruggini. Secondo una testimonianza sarebbe stato lui l’obiettivo della furia di A.S. che nel percorso però ha urtato contro la vittima tirandogli un pugno per levarselo di mezzo. La pm Anna Maria Clemente aveva chiesto la condanna senza attenuanti generiche per l’imputato.
Il riferimento è alla frase che A.S. aveva ripetuto più volte nei giorni successivi e perfino scritto, su Instagram, alla ex fidanzata del malcapitato: «Sono la persona più dispiaciuta di questa cosa, pagherò per quello che ho fatto». L’avvocato di parte civile, Monica Anfossi, ha quantificato i danni subiti in 80mila euro. Il difensore dell’imputato, l’avvocato Enrico Panero, ha invece evidenziato altri particolari: «Nessuno ha visto A.S. colpire la persona offesa. In Pronto soccorso, ore dopo, questi disse di aver ricevuto più pugni da terzi». In aggiunta alla condanna, il giudice ha disposto il pagamento di una provvisionale di 30mila euro in favore della persona offesa e la quantificazione dei danni in sede civile.