Da Carrù a Capoverde in un campo missionario: l’esperienza di Caterina
Caterina Bianciotto è una ragazza carrucese che frequenta l’ultimo anno del Liceo delle scienze umane presso l’Istituto “Ancina” di Fossano. Nonostante la giovane età, ha voluto mettersi in gioco con una esperienza coraggiosa e importante, partecipando a un campo missionario organizzato dai frati cappuccini di Fossano a Capo Verde. Abbiamo voluto farle qualche domanda su questo significativo percorso.
Come è maturata in te l’idea di partecipare a un’esperienza di questo tipo?
Fin da quando son piccola ho sempre fatto parte dell’oratorio, prima da animata e ora da animatrice, lo stare con gli altri, il prestar attenzione all’altro e in particolar modo ai bambini è sempre stato un qualcosa che mi veniva naturale. Anche il mio percorso di studi attuale (Liceo delle scienze umane) non è stata una scelta casuale ma bensí guidata da questo senso interiore. Compiuti i 18 anni ho deciso che volevo fare qualcosa di più, mettermi alla prova e allargare gli orizzonti, e cosa se non una missione umanitaria? Quindi mi son messa a cercare, e da lí tutto è partito.
Che tipo di impatto ha avuto per te confrontarti con la realtà che hai incontrato a Capo Verde, che sicuramente è molto diversa dalla nostra realtà quotidiana? Cosa ti ha sorpreso di più, quali cose non ti aspettavi?
Prima di partire mi sono informata e ho cercato foto, quindi più o meno sapevo cosa mi aspettava, anche perché di per sé relativamente tutti sanno dell’esistenza di queste realtà anche se non se ne parla mai, in ogni caso l’impatto è stato forte perché affrontare una cosa dal vivo è sempre diverso dal vederla solo per foto. È un altro mondo, sotto quasi ogni punto di vista, a partire dal modo di vivere, il modo di pensare e di relazionarsi con l’altro. Mentre ero lí mi veniva strano pensare a tutto quello che abbiamo la fortuna di avere in Italia, mi sembrava solo un grande sogno, anche perché nel momento in cui ti trovi così immerso in queste realtà è come se ne facessi parte, ti entrano dentro.
Cosa ti ha lasciato quest’esperienza? È un’esperienza che rifaresti, o comunque a cui intendi dare un seguito, e in che modo?
Voglio credere che questa sia solo la prima di tante esperienze di questo tipo, ovviamente cambiando Paesi e conoscendo quante più persone possibili. Sono esperienze in cui parti con l’intenzione di aiutare gli altri e torni consapevole di aver ricevuto e imparato molto più di quanto tu abbia lasciato a loro. Torni più consapevole, più “vivo”, torni perché sei obbligato, anche perché da lí non me ne sarei mai voluta andare. Mentre ero a Capoverde stavo già cercando altre missioni che operassero in diverse parti del mondo a cui partecipare gli anni prossimi, assolutamente nulla di certo, però l’intenzione c’è, senza ombra di dubbio.