L'indiscrezione passata su tutti i media nazionali qualche giorno fa oggi si è realizzata: il deputato monregalese Enrico Costa dà l'addio ad "Azione" e torna in Forza Italia: «Provengo da una tradizione liberale e intendo impegnarmi al fianco di chi condivide gli stessi valori e principiì - è la sua dichiarazione, oggi -. Con l’adesione al gruppo parlamentare di Forza Italia, che formalizzerò a breve, proseguirò le battaglie garantiste che da sempre conduco».
La sua linea era tracciata. «Il mio pensiero lo conoscono tutti, ma proprio tutti - aveva dichiarato pochi giorni fa in una nota riportata da Adnkronos -. L’ho sempre espresso senza filtri e in modo netto, sia nelle sedi di partito, sia all’esterno». La distanza con "Azione" è iniziata con la decisione di frantumare il "terzo polo" con Renzi e si è allargata fino al punto di rottura con la scelta di Calenda di aderire al "campo largo" delle opposizioni di PD e 5 Stelle. Lo stesso Calenda, ieri in una dichiarazione riportata sul "Fatto quotidiano", confermava la rottura. «Sono stato il primo deputato ad aderire ad Azione - afferma oggi Enrico Costa -, ed ho vissuto ogni istante con la responsabilità e la consapevolezza di aver coinvolto tante persone in un percorso "terzo" e liberale. Ho subito con sofferenza la frantumazione del Terzo Polo e le scelte conseguenti che hanno intaccato la terzietà di Azione. Uno spostamento progressivo dal progetto originario con un pullulare di alleanze a senso unico è per me del tutto innaturale. Non ho condiviso questo percorso e, pur rispettandolo, non posso seguirlo. Mi sono sforzato di spiegare che Azione era nata all’opposizione del Governo Conte bis, composto dalle stesse forze del Campo Largo, ma le mie osservazioni sono state liquidate come critiche di un insofferente, anziché seri argomenti di discussione. È sotto gli occhi di tutti che i partiti del "campo largo" hanno posizioni antitetiche rispetto alla linea che abbiamo rappresentato in questi anni. È sufficiente pensare alla violente critiche che hanno riservato alle mie proposte sulla giustizia per avere chiara l’impraticabilità di quell’area da parte di chi sostiene una politica garantista. Provengo da una tradizione liberale e intendo impegnarmi al fianco di chi condivide gli stessi valori e principi. Con l’adesione al gruppo parlamentare di Forza Italia, che formalizzerò a breve, proseguirò le battaglie garantiste che da sempre conduco. Le convergenze sui temi della giustizia, a partire dalla separazione delle carriere, sono infatti oggettive: lavorerò al fianco di colleghi esperti e preparati con i quali il confronto costruttivo non è mai cessato. Manterrò intatta la mia autonomia di pensiero orientata a tutelare sempre, e non solo quando conviene, la presunzione di innocenza, il diritto di difesa, il giusto processo, la certezza della pena, da non confondersi con la certezza del carcere, la finalità rieducativa della pena.Agli amici di "Azione" con cui ho condiviso un percorso intenso e a Carlo Calenda, cui mi lega un affetto sincero, auguro il meglio per il futuro e li ringrazio per avermi sopportato e supportato in questi anni».
I rapporti tra Costa e il partito fondato da Berlusconi non sono mai stati critici: non lo erano in passato, quando Costa aveva seguito Alfano nel "Nuovo Centrodestra", non lo sono stati quando ha seguito Calenda. E la sua ultima mossa in Piemonte, l'endorsement esplicito ad Alberto Cirio alle ultime elezioni regionali (appoggiando la lista civica messa su da Luca Robaldo, "Lista Cirio"), faceva capire che quel filo non si è mai interrotto. Fra le battaglie garantiste a cui lo stesso deputato fa cenno, la più recente è l'approvazione della legge, da lui proposta, che modifica l’articolo 114 del Codice penale e va a vietare ai giornali di pubblicare, sia in modo completo che “per estratto”, le ordinanze di custodia cautelare.
Gli equilibri politici della Granda sono appena cambiati (nuovamente). Non dimentichiamoci che il 29 settembre si svolgono le elezioni provinciali, e che Forza Italia fa parte della lista del Centrodestra - LEGGI QUI - "Ripartiamo dalla Granda" con 6 candidati su 12. In campo, oltre al Centrosinistra, c'è però anche la lista "robaldiana", il "Patto civico per la Granda" (la dicitura esatta è: «lista che condivide le azioni di governo del presidente Robaldo»), che ovviamente include diversi nomi di area liberale, anche se è priva di simboli di partito. E a Mondovì? Forza Italia non siede in Consiglio comunale e negli ultimi due anni non è mai apparsa vicina ai "colleghi" di Lega e FDI. Qualcosa capiterà.