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martedì 10 Dicembre 2024     Accedi

Villanova. Noi e i social: la serata – dibattito dell’Addolorata


Paolo Roggero

Nel cortile del Municipio è andato in scena un dibattito, venerdì sera 13 settembre, dedicato a un tema d'attualità. È il secondo anno che l'Amministrazione comunale decide di dedicare la prima sera del weekend a un dibattito, dedicato a un tema sociale. Se il primo anno si è parlato di immigrazione e integrazione, venerdì sera il tema scelto sono stati i social, il digitale e l'impatto che questo ha sulla vita di tutti. Dopo l'introduzione del sindaco Roberto Murizasco, dell'assessore alle manifestazioni Giacomo Vinai e del comandante della Compagnia dei Carabinieri di Mondovì, Francesca Borelli, il moderatore Luca Pione, giornalista e insegnante, ha dato la parola al primo ospite, il dottor Maurizio Coppola del Serd di Mondovì. «I social hanno portato un cambiamento epocale, e il problema è la velocità con cui è arrivato. Abbiamo appena finito di capire ed arriva già una novità che stravolge tutto. Impossibile e inutile opporsi al cambiamento: dobbiamo cercare di insegnare ai più giovani a conviverci in maniera sana. Oggi noi siamo connessi 24 ore su 24». Il luogotenente Fazio dell'Arma dei Carabinieri, specializzato in dati informatici: «Sono cinque anni che facciamo incontri nelle scuole o con le Associazioni di categoria per sensibilizzare alla gente all'uso sicuro dei social e dei sistemi informatici. Tutti noi abbiamo una parte "white" e una parte "dark" che non vogliamo che diventi pubblica. Tutti abbiamo hobby, interessi, elementi che fanno parte della nostra privacy. I giovani di oggi sono un universo, nello smartphone si può essere quello che non si è, si può essere più forti perchè anonimi, invisibili. La società di oggi impone l'apparire, con standard molto alti. Una persona può stringere amicizie e relazioni senza aver mai visto l'altro o sapere chi è. Non bisogna demonizzare ma la gente deve sapere quando ci si deve fermare. Bisogna fare molto attenzione anche alle foto che si mandano. Pensiamo alla foto della propria stanza, a quante informazioni uno sconosciuto può desumere: lo stile di vita, la localizzazione... magari infatti nell'inquadratura c'è un calendario della macelleria vicino casa, tanto per fare un esempio. Questo non torna utile solo ai malintenzionati, ma anche a noi investigatori. Una volta al massimo potevamo sfruttare le celle telefoniche per indagare. Adesso è come se tutti noi avessimo una scatola nera personale perennemente in tasca, lo smartphone è una miniera di spunti di indagine. Facciamo un esempio: una persona tutte le sere telefona all'amica del cuore e ci sta 10 minuti. La sera prima di sparire nel nulla fa una telefonata di un'ora. È evidente che le ha raccontato qualcosa che le altre sere non le aveva raccontato e forse vale la pena di scoprire di cosa si tratta».

«Di fronte a questo tema – ha detto Luca Armando referente del progetto Pippi – abbiamo provato a portare la partita sul nostro campo che è quello della relazione, aiutando i genitori a ricostruire le relazione con i loro ragazzi e portando i ragazzi al concetto di relazione autentica». «Intervenire sulle criticità cronica non è facile - commenta Isabella Andrei responsabile dell'Unità progetto minori del CSSM – è complesso, così come è complesso fare il genitore oggi. Ci si trova ad affrontare criticità che nessun genitore ha dovuto affrontare prima. I social sono strumenti e vanno usati in maniera adeguata. Usandolo 24 ore su 24 il problema è più grande e difficile da affrontare per chi non è nativo digitale. Non dobbiamo guardare agli assistenti sociali con gli stereotipi. Noi siamo al fianco delle famiglie e pensiamo che tutte le famiglie vivano una criticità esistenziale. Siamo sul territorio per supportarle e aiutare a superare i periodi critici».

«Non dobbiamo confondere il digitale con la rete. Gli strumenti digitali possono essere disconnessi e non è pericoloso lasciare i ragazzi in una stanza con un programma di videoscrittura e il computer disconnesso. Non dobbiamo impedire ai ragazzi di fare delle esperienze – riassume Luca Basteris, docente componente dell'Equipe formativa territoriale del Piemonte – non dobbiamo proteggerli troppo. Il bambino cade e impara cosa sia il dolore, impara a difendersi. Ci sono dei videogiochi che sono in grado di simulare le sensazioni di una corsa in macchina ai 250 kmh. Però se ti schianti resetti e ricominci. Se succede nella vita vera non c'è una seconda possibilità».

Infine nell'ultima parte della serata sono intervenuti Matteo Mancini, docente della Cattolica di Milano e Elena Fenoglio, presidente della Coop. Caracol. «È importante essere qui per conoscere - ha esordito Mancini – oggi stiamo parlando più di noi adulti che dei giovani e questo direi che è significativo. L'evoluzione delle tecnologie digitali è stata estremamente rapida negli ultimi anni. Le generazioni sono diverse, nascono in periodi e contesti diversi, chi nasce nella generazione alfa entra completamente nel contesto digitale. È interessante come oggi i ragazzi stiano lasciando i social. Ci sono profili fossili, senza foto, c'è un ritorno alla carta, alla scrittura, al disegno. È interessante osservare i giovani dall'altra parte e mettersi in ascolto. Ci si può mettere in ascolto anche lasciando fluire silenzio, noia e possibilità di ascoltare le emozioni».

«Bisogna creare le condizioni e le opportunità perché i ragazzi ci siano e possano stare insieme – relaziona Elena Fenoglio – Il Comune di Villanova sta mettendo in campo diversi progetti che consentano alle famiglie di avere fiducia e ai ragazzi di avere occasioni concrete. Uno di questi progetti è "Spazio Giovani", riferito alla fascia più critica quella della Secondaria di primo grado. Non sono più bambini ma non sono ancora autonomi. Hanno però voglia e necessità di sperimentare oltre alla scuola occasioni di socialità costruttive. Ecco che il progetto che nasce dalla sinergia di diversi enti mette in campo proposte concrete. L'aggancio è partito dalla scuola, dove c'è stata la possibilità di incontrare tutti i ragazzi e creare un'alleanza educativa. Le attività in classe sono state palestre di socialità. Abbiamo messo in gioco la fisicità per aspettare ragazzi in appuntamenti pomeridiani di tempo libero. Il progetto si prolungherà quest'anno e sarà rinnovato per un terzo anno»

 


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