«Bentornato Enrico!», «la sua casa è quella», «non cambia nulla»: le reazioni monregalesi al rientro di Costa in FI
Quando tutti si affrettano a dire che non cambia nulla, a volte, è perché in realtà sta cambiando tutto. Enrico Costa è nuovamente tornato con Forza Italia. E, come era prevedibile, la notizia di pochi giorni fa ha suscitato valanghe di reazioni. Al di là del paragone con quanto avvenne nel 2018, col precedente rientro tra le fila del partito berlusconiano (un anno prima era uscito dal Governo Renzi), è interessante notare come da tutte le parti ci si sforzi di dire che è un passaggio che porta serenità, una conferma, o al massimo una cosa di poca importanza. Non è vero, ovviamente: questo "transito" sposta gli equilibri politici cuneesi. Chi sta zitta, per ora, è la frangia cuneese di Azione, il partito di Calenda da cui Costa è appena uscito: regna il “no comment”. Una cosa strana: i rumors sul passo di lato di Costa c’erano da tempo. Forse, però, hanno stupito i tempi e i modi: l'ultima uscita di Calenda, in una dichiarazione riportata sul "Fatto quotidiano", ha accelerato i tempi portando il deputato monregalese a ufficializzare in pochi giorni una cosa che sarebbe potuta avvenire nel corso di qualche settimana. Presumibilmente, dopo le elezioni provinciali del 29 settembre.
Ecco le reazioni a Mondovì.
Giampiero Caramello, coordinatore Forza Italia Mondovì: «Il ritorno dell’on. Enrico Costa rafforzerà il nostro lavoro sul territorio locale e nazionale in nome dell’unica forza politica realmente moderata e di centro. Lavoreremo in spirito di collaborazione mirando a ricompattare tutte quelle anime centriste e civiche che si riconoscono nei nostri valori liberali, garantisti, europeisti».
Luca Pione, segretario PD di Mondovì: «Il fatto, in sé, non ci stupisce: il ritorno del “figliol prodigo” Costa era il “segreto di Pulcinella”. La sua casa è quella, nel Centrodestra. Piuttosto, sono interessanti le tempistiche: a partire dalle elezioni regionali, si è visto che le posizioni di chi si dice civico e apartitico poi si sono rivelate vicine al Centrodestra, oggi come in passato. E ora, con le elezioni provinciali alle porte, appare finalmente chiaro che ci sono due destre, una manifesta e una mascherata, che differiscono nella forma ma non nella sostanza. Mi auguro due cose: primo, che sia la dimostrazione che questo preteso “civismo” di area liberale e centrista finisce puntualmente per seguire le convenienze elettorali; e secondo, che ciò a cui abbiamo assistito in questi ultimi anni non cada nell’oblio. È tempo di prendere coscienza che la realtà è diversa da quella che a volte è stata raccontata da alcuni protagonisti politici, dal livello nazionale a quello locale».
Luca Robaldo, sindaco di Mondovì e presidente della Provincia: «Non cambia nulla. Le scelte politiche nazionali non hanno mai influito, e non impattano oggi, sull’impegno locale. Il “Patto Civico” continuerà il suo percorso in città forte della propria identità, rivolta a realizzare il programma di mandato e ad occuparsi delle tematiche cittadine. Credo che, come tutti noi, anche l’on. Costa goda della libertà di poter scegliere il proprio percorso e so che non farà mai mancare il proprio apporto per il bene della nostra città. Avendo collaborato con lui per anni, so che porterà avanti le battaglie per una giustizia giusta e per il rispetto delle garanzie processuali con ancora maggiore determinazione e, questo il mio pensiero, ce n’è un gran bisogno anche perché quelle sono battaglie che non hanno coloriture di parte. Io resto impegnato a livello civico anche in Provincia ove guardo con interesse alla lista “Patto Civico per la Granda”, che vuole dare voce a chi intende impegnarsi a livello locale, senza rinnegare la propria appartenenza politica e concentrandosi esclusivamente sulle cose da fare».