Il cavallo di Napoleone arriva al Castello di Lesegno
Il cavallo di Napoleone arriva al Castello di Lesegno. Durante la “Festa del Crin” di Lesegno, in programma per il 12 e 13 ottobre, saranno in mostra le opere dello scultore piozzese Franco Alessandria, ormai celebre per le sue creazioni mozzafiato. Nel Castello di Lesegno è già stato posizionato il “Cavallo di Napoleone”, fino a poco tempo fa ospitato a Cherasco. «Molto volentieri – spiega Alessandria – ho accettato l’invito del sindaco e dell’Amministrazione comunale ad allestire questa mostra. Oltre al cavallo saranno esposte alcune mie opere realizzate con vecchie chiavi e, con molta probabilità, arriverà anche il “Rinoceronte” attualmente posizionato a Murazzano. Le opere saranno in mostra a Lesegno per circa un mese. Sono davvero molto soddisfatto del posizionamento del Cavallo, una collocazione perfetta. Io non conoscevo la storia che lega il Cavallo di Napoleone a un veterinario di Lesegno ed è stata molto interessante».
Il cavallo di Napoleone arriva al Castello di Lesegno
Non tutti sanno che Lesegno è legata a Napoleone per via del suo cavallo, salvato da un veterinario del posto. L’Associazione “Lesegno Vive” ha recentemente rintracciato un interessante documento riguardante il famoso veterinario lesegnese Giuseppe Antonio Luciano del quale si era persa ogni traccia. «Nacque a Lesegno – si legge nella ricerca condotta da “Lesegno Vive” – il 16 dicembre 1772, da Bartolomeo e Geronima Silvano. Il padre, anch’egli veterinario, fece frequentare al figlio la Scuola comunale ed in seguito il Ginnasio nel Collegio di Ceva. Intraprese quindi gli studi di veterinaria, raggiungendo una brillante carriera professionale nell’Esercito sabaudo. Ma la notizia che più ci interessa è legata ai fatti avvenuti nell’aprile del 1796.
In quell’anno, infatti, il Castello di Lesegno fu sede del quartier generale dell’Armée d’Italie. In quei giorni il Luciano diede una prova significativa delle sue capacità, dovendo servire un cliente molto particolare: il generale Napoleone Bonaparte, capo supremo dell’esercito francese. Questi, affidava al Luciano le cure di un suo cavallo prediletto (di cui non conosciamo il nome) gravemente ferito pochi giorni prima nella battaglia presso il castello di Cosseria. Bonaparte restò così soddisfatto dell’opera del miracoloso guaritore del suo cavallo, che gli offrì una cospicua remunerazione, rifiutata dal Luciano. Allora Bonaparte, profondo conoscitore qual era delle persone, promise al Luciano particolari riconoscenze qualora avesse voluto seguirlo in Francia. L’invito era allettante, ma il Luciano, adducendo come scusa una grave malattia e soprattutto il doloroso pensiero di dover abbandonare la famiglia, lo rifiutò».
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