Mondovì: gli abitanti del Rinchiuso si ritrovano intorno alla cappella di San Rocco
Abitanti del Rinchiuso di ieri e di oggi, sabato 5 ottobre si sono raccolti intorno al cuore del rione. Un momento per ritrovarsi e celebrare l’impegno per recuperare, e preservare, la storica cappella di San Rocco a Mondovì. Un progetto che non può prescindere da «fatica, tempo e dedizione» ha ricordato il vescovo Egidio Miragoli che ha celebrato la messa all’interno dello storico edificio. «Un esempio di restituzione, un seme che un gruppo di cittadini ha lasciato alla città» ha sottolineato il sindaco, Luca Robaldo. «Una cappella cara a tanta gente» – sono le parole del prof. Ernesto Billò – e il grande impegno, riuscito, per trovare fondi e forze per promuovere il restauro sono lì a dimostrarlo.
Un lavoro protrattosi per quattro anni che ha riguardato per ora l’esterno con un risanamento conservativo, dalle fondamenta al tetto, e la tinteggiatura della facciata, nella speranza di poter in futuro porre mano anche agli affreschi interni danneggiati dall’umidità che sono dello stesso periodo di quelli del Santuario di Vicoforte, ma con carattere spiccatamente popolare. Il costo finale di questo primo intervento, seguito in ogni fase dalla Sovrintendenza ai Monumenti, è stato di circa 50 mila euro, coperto da contributi di vari Enti, di residenti e amici.
«Dopo una vita vissuta in questo borgo creando momenti di aggregazione con al centro questa cappella settecentesca, abbiamo sentito il dovere di porre riparo ai guasti del tempo – ha spiegato Dario Bonino, che più di tutti si è adoperato a sostegno dell’intervento insieme al parroco don Egidio Motta –. E siamo grati ai contributi delle Fondazioni CRC e Compagnia San Paolo, del Ministero ai Beni culturali, del Rotary Club Mondovì e di tanti residenti e amici; e grati allo studio Manfredi Casu e all’impresa Edil-Pesa. Speriamo ora di poter ridare alla città questo piccolo ma significativo monumento storico nella sua completezza anche dei suoi dipinti interni».
La cappella di San Rocco fu costruita nel 1783 da Bartolomeo Perotti, nobile locale che aveva agganci romani. Una costruzione semplice, arieggiante però il classico, il barocco, il rococò anche negli affreschi, e arricchita dalla pala d’altare di un buon pittore di scuola romana. All’esterno, lo stemma con le “pere otto”, simbolo dei Perotti: Bartolomeo, ma anche un Francesco Perotti, medico, giacobino, pioniere – della ceramica monregalese ai primi dell’Ottocento, poi esule in Grecia.