Colpi di scena della politica locale: una settimana dopo aver lasciato il Circolo monregalese di Fratelli d’Italia, l’ex presidente Claudio Sarotto torna a parlare in pubblico e lancia una proposta al sindaco: mettersi al lavoro per realizzare un’Università dell’enogastronomia nell’ex Cottolengo di Carassone. Coinvolgendo le Scuole superiori locali, Alberghiero e Agrario, ovviamente il Politecnico e l’Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo.
«Ci rivolgiamo al sindaco per avviare una riflessione su un progetto ambizioso che potrebbe apportare significativi benefici al nostro territorio: un Polo Agricolo-Ricettivo che coinvolga attivamente gli istituti agrari e alberghieri della nostra area, creando così un'opportunità unica per realizzare un’università del territorio». Questo si legge in una lettera che vede la firma di Sarotto in testa, subito seguita da quella di Gianni Mansuino e da molti dei “fratelli dimissionari” del Circolo di Mondovì (non solo, però: spicca anche la firma di Emiliano Negro, sindaco di Roburent, anche lui in FDI ma nel circolo delle Valli Monregalesi). Ci permettiamo di evidenziare il nome di Mansuino perché l’ex consigliere comunale carassonese è una delle persone che hanno seguito più da vicino la questione dell’ex Cottolengo di Mondovì.
L’immobile è chiuso da 14 anni, ed è uno dei “contenitori vuoti” di cui tanto si è parlato in città. È completamente inutilizzato da quando la proprietà, la “Piccola Casa della Divina Provvidenza” di Torino, decise di mettere la parola “fine” sulla storia dell’ospizio. Una storia durata oltre un secolo: aprì nel 1902 e chiuse nel 2010 dopo un lungo periodo di incertezze. Da quella data si sono fatte molte ipotesi sul riutilizzo dell’immobile: nessuna è stata concretizzata. La struttura è tutt’ora in vendita. All’interno si trovano camere, saloni, cucine e refettorio, locali per uffici.
C’è un dettaglio da tenere in conto: il Comune di Mondovì ha in corso una revisione del Piano regolatore cittadino. L’area del Cottolengo, dal punto di vista urbanistico, è adibita a servizi. La proposta di Sarotto, Mansuino e degli altri mira a qualche passo in questo senso? «Il Cottolengo è situato in una posizione strategica e attigua al plesso universitario monregalese – scrivono –, sarebbe perfettamente adatto a ospitare il Polo. Questa proposta potrebbe rendere Mondovì un punto di riferimento per l'integrazione tra studi, territorio, enogastronomia e agricoltura. Non solo avrà un impatto positivo dal punto di vista educativo, ma porterà anche una risonanza socio-economica significativa per i rioni limitrofi e per l’intera area monregalese». Non sappiamo se questa proposta avrà un seguito, o cadrà nel vuoto. Ma almeno è servita a riaccendere i riflettori sull’ex ospizio, lasciato a sé stesso da troppo tempo.