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sabato 14 Dicembre 2024     Accedi

“Calici e forchette”, il Comune ammette le criticità: «Faremo un incontro pubblico»

Sindaco e assessore "ci mettono la faccia" in un video social

Marco Volpe

Sindaco e assessore "ci mettono la faccia". Non è la prima volta, questo va riconosciuto: «Non ci vogliamo sottrarre sulle criticità di "Calci e forchette" - affermano, in un annuncio video, il sindaco Luca Robaldo e l'assessore Alessandro Terreno -. C'è stata tanta gente, i numeri delle visite sono in ascesa. Ma ci sono state tante criticità. E vogliamo fare un incontro pubblico per parlarne».

L'ANALISI
“Calici e forchette” resta a metà del guado: l’evento è apparso veramente troppo diluito nelle piazze, senza un filo conduttore chiaro, ma il “passaggio” in città c’è stato

(m.v.) – Chiamarlo “Peccati di gola” è una sorta di refuso che capita a tanti a Mondovì, ma che dimostra anche l’attaccamento al tradizionale evento monregalese di inizio novembre. C’è sicuramente un elemento nostalgico in tutto questo, ma torna spesso a galla soprattutto per un motivo difficile da tacere: il rinnovamento con “Calici e forchette” ancora non scalda i cuori.
La spinta ad “alzare su l’asticella” nell’evento del 2024 si era percepita dal livello delle presentazioni, dal ricco calendario di appuntamenti e dalla sinergia con l’offerta culturale cittadina e del varo del nuovo percorso espositivo cittadino tutto nel centro storico. L’invito dell’Amministrazione era quello di «alzare gli occhi per capire cosa abbiamo attorno a noi in una tre giorni per conoscere Mondovì e i suoi tesori, in un percorso ambizioso che coinvolge le De.co., una vetrina delle eccellenze del Monregalese». Obiettivo raggiunto? Ni. Il clima ha sicuramente spinto tanta gente ad incamminarsi nel centro storico riqualificato di Breo, per una passeggiata a Piazza con un passaggio in funicolare e una visita a mostre e musei. Eppure, fin dalle prime ore del venerdì, si è capito che qualcosa non andava nella “base” della manifestazione, a servizio di chi cercava un’esperienza più “immediata” e leggera. E se la base a non convince, tutto quello che è stato costruito “sopra” scricchiola.

Scegliere di non chiudere corso Statuto per puntare sul percorso espositivo nel centro storico è opzione sicuramente forte. In estate si è ipotizzato anche un brand: una “Mondovì expo” che racchiude in sé tante potenzialità. Eppure questo “Calici e forchette” è apparso veramente troppo diluito nelle piazze, alcune rimaste vuote, senza un filo conduttore chiaro, anche solo a livello scenografico, che unisse piazza Ferrero a piazza Santa Maria Maggiore. Un percorso un po’ povero e dispersivo e la sensazione di straniamento di buona parte del pubblico era palpabile. Si può condividere il pensiero di guardare più alla qualità che alla quantità, ma allora ne serve tanta di più per coprire quel chilometro di strada. Insomma, si è intravista la visione, la fucina di idee, ma il “qui e oggi” non ha proprio convinto. Il primis gli utenti e i monregalesi che già in passato si erano dimostrati molto suscettibili su questa manifestazione e anche quest’anno si sono fatti sentire: la vetrina dei social non va presa come oro colato, ma i tanti giudizi negativi, per non parlare delle stroncature, non possono essere ignorati.

L’evento potrebbe diventare biennale
L’organizzatore dell’edizione 2024, l’azienda torinese “Eventum”, ha ricevuto l’incarico tra agosto e settembre di quest’anno. Troppo poco tempo per incidere veramente su un evento che deve puntare all’eccellenza. L’incarico era di un solo anno ed ora si procederà con un altro bando. «Fare l’affidamento tardi è stato sicuramente un errore, dovuto alla chiusura della gestione precedente, e questo ha avuto ripercussioni anche sul numero di espositori – spiega l’assessore alle manifestazioni del Comune di Mondovì, Alessandro Terreno –. Ci siamo trovati in un momento di passaggio con l’Ente manifestazioni ancora in costruzione e l’Associazione “La Funicolare” che deve decidere sul suo futuro. Sicuramente bisogna partire molto prima e non escludo che l’evento possa diventare biennale». Sul giudizio della manifestazione non si nasconde: «Si doveva fare meglio. Non sono soddisfatto quando le cose vanno bene come per Tony Effe, la Notte bianca e Bob Sinclair e di certo non lo sono ora. La manifestazione non si percepiva nel modo giusto e su questo rifletteremo. Faremo degli incontri pubblici con Associazioni di categoria ed esercenti, per capire dove migliorare. Ci vuole più qualità, partendo da un presupposto: non vogliamo una fiera, ma un’esposizione di livello e le aziende agricole monregalesi, le De.Co, il tartufo e l’Osteria dei golosi sono gli elementi da cui ripartire». Proprio lo spazio in piazza Santa Maria Maggiore resta una certezza, nonostante qualche confusione tra pagamenti in contanti e “token” per i ristoratori.
Sulla pianificazione dell’esposizione: «Inserire stand in via Beccaria, via Sant’Agostino e via Pian della Valle non è facile per ragioni di sicurezza e rispetto dei commercianti. Era il primo tentativo sul percorso espositivo da piazza Ferrero a piazza Santa Maria Maggiore e su questa linea vogliamo insistere unendo di più il tracciato e le piazze», aggiunge ancora Terreno.

Resta sempre difficile la “cucitura” tra Breo e Piazza: un nodo gordiano che forse si può risolvere solo alla maniera di Alessandro Magno, con un brutale taglio. Giocando magari sull’abbinamento o sulla vicinanza temporale con un’altra manifestazione come “Cavoli tuoi”. «È difficile occupare tutta la città e un solo stand in piazza Maggiore non ha funzionato», ammette Terreno. Pur tra i mugugni per cosa non ha convinto, il “passaggio” in città c’è stato. E i numeri in crescita, rispetto allo scorso anno, degli ingressi a monumenti e musei (dalla Torre civica al Museo della Ceramica) lo confermano, così come i passaggi in funicolare (10.468 dall’1 al 3 novembre). Nel fine settimana si sono registrati 500 ingressi alla mostra di Andy Warhol e 893 alla chiesa della Missione. «Voglio ringraziare i commercianti che hanno tenuto aperto» aggiunge l’assessore Terreno. Non tutti, a dire la verità, e questo è un tema (o una ferita) che rimane aperta.


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