«Riflettere su cosa è accaduto, non dimenticare chi ha perso la vita e, anche, far risaltare con un pizzico d'orgoglio la grande solidarietà che quel 5-6 novembre del '94 scatenò nella nostra comunità». Carrù ha voluto riservare uno spazio di commemorazione e ricordo della grande alluvione al termine del Consiglio comunale di giovedì sera. Il sindaco Nicola Schellino ha ringraziato per la folta partecipazione i rappresentanti degli Alpini, della Protezione Civile, dei volontari del Soccorso e delle Associazioni del paese accorsi nella sala consigliare per il trentennale da quei terribili giorni.
Fra loro anche Maria Teresa Garelli e Luisa, rispettivamente la sorella e la nipote di Gianstefano (o meglio Gianni, come tutti lo conoscevano) Garelli, l'unica vittima carrucese dell'alluvione. Gianni faceva l'idraulico e stava tornando proprio da far visita alla famiglia della sorella, a Farigliano. L'unica strada ancora disponibile per risalire a Carrù era la Fondovalle e il famigerato ponte Maccagno. Quando avvenne il crollo, che costò la vita a sette persone, Gianni non riuscì a salvarsi. L'amministrazione carrucese ha omaggiato i famigliari con un pensiero floreale.
«Vogliamo ricordare Gianstefano Garelli, a 30 anni di distanza, come merita. Da allora abbiamo imparato molto: l'alluvione, nel male, rappresentò un punto di svolta per mettere su un sistema che mancava. Oggi la nostra Protezione civile è tra le più efficienti d'Italia, l'Arpa tutti i santi giorni pubblica un bollettino meteorologico ed è possibile monitorare il livello dei fiumi tramite le app. Certo, questo non evita le tragedie ma fa sì che gli effetti possano essere del tutto limitati. Qui a Carrù la quantità d'acqua scesa durante l'alluvione del 2020 fu maggiore rispetto al 1994. Ma i danni, che pure ci furono, non sono neanche lontanamente paragonabili». Qualcosa però resta da migliorare, almeno a parere del sindaco: «Le norme devono servire all'uomo e non viceversa. Spero davvero si possa fare più per la prevenzione sui letti dei fiumi». Commuovente il ricordo del consigliere Emanuele Peirone, originario della frazione Reculata, che venne inondata dal Tanaro. «Ho ancora nelle orecchie il ruggito del fiume. Non mi passerà mai. Quei giorni hanno spezzato il legame di amore che legava il Tanaro a coloro che ci vivevano vicino».