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martedì 10 Dicembre 2024     Accedi

La Regione Piemonte e l’Università di Torino inaugurano a Chiusa di Pesio il “Living Lab”

A Chiusa Pesio inaugurato il Living Lab dove un processo circolare trasforma i residui in risorsa eliminando emissioni dannose nell'aria. L'assessore Marco Gallo: "Il nostro Centro all'avanguardia a livello internazionale"

Paolo Roggero

Da albero del pane a eccellenza su cui il Piemonte dà lezioni a mezzo mondo. Da oggi il Centro Regionale di Castanicoltura – uno dei tre vivai forestali della Regione – si arricchisce di un'altra eccellenza: il Living Lab per la gestione sostenibile delle biomasse residuali della filiera del castagno, ovvero ricci, foglie, bucce, residui di potature.

In regione Gambarello, a Chiusa Pesio, nel Cuneese, arrivano delegazioni internazionali tutto l'anno per visitare il Castanetum, un'area di cinque ettari all'interno del Centro, considerato uno dei campi collezione di variabilità genetica del castagno più ampi a livello internazionale: ci sono 130 cultivar provenienti oltre che da tutta Italia, da diverse parti del mondo. E proprio questo laboratorio a cielo aperto ha contribuito a fare del Centro avviato vent'anni fa per iniziativa della Regione, dell'Università di Torino e delle Comunità montane un punto di riferimento a livello nazionale per la filiera della castanicoltura tanto da meritarsi lo status di "Centro nazionale per lo studio e la conservazione della biodiversità forestale".



«Un primato che ci rende orgogliosi soprattutto perché rappresenta una risposta concreta alla sostenibilità ambientale: non è poco – dice l'assessore regionale allo Sviluppo e promozione della Montagna Marco Gallo –. Ma c'è un altro motivo di soddisfazione: il Centro di Chiusa Pesio è frutto di un gioco di squadra che ci vede protagonisti con l'Università, l'Uncem e l'IPLA e che in 20 anni ha saputo conquistarsi un ruolo di primo piano a livello internazionale a dimostrazione che saper fare sistema è la chiave del futuro».

Dietro tutto c'è un progetto, il "Reaction", finanziato dalla Regione Piemonte con fondi dell'Unione Europea e si è aggiudicato un premio – la bandiera verde di Legambiente – perché ha permesso di trovare una soluzione in prospettiva per le 200 mila tonnellate di biomasse della filiera del castagno da gestire ogni anno in Piemonte. In che modo? Evitando gli abbruciamenti, cioè dar fuoco ai residui per pulire il bosco, corrispondenti a 240 mila tonnellate di Pm10 e 28 tonnellate di Nox (monossido e biossido d'azoto) da abbattere ogni stagione. E utilizzando sistemi alternativi al fuoco come la trinciatura di foglie, ricci e scarti forestali e altre tecniche che favoriscono una degradazione più rapida in compostaggio. I primi esperimenti sono stati compiuti in 50 ettari di boschi del Cuneese e del Torinese sotto la direzione del Dipartimento di Scienze Agrarie dell'Università di Torino.
L'intero progetto Reaction è stato "ricostruito" al Living Lab di Chiusa Pesio nel corso di un evento a cui, oltre all'assessore Gallo, hanno preso parte l'assessore regionale al Commercio, Agricoltura e Cibo, Caccia e Pesca, Parchi Paolo Bongioanni, il direttore della direzione regionale Agricoltura e Cibo Paolo Balocco, il direttore generale dell'Università di Torino Andrea Silvestri, la consigliera regionale Giulia Marro, l'assessore del Comune di Cuneo Sara Tomatis.

Dichiara l'assessore regionale Paolo Bongioanni: «La castagna Cuneo IGP è una delle produzioni di qualità riconosciuta del Piemonte che sarà fra i protagonisti delle politiche di filiera e di promozione del cibo d'eccellenza. Poter contare su un progetto virtuoso nel ciclo produttivo della castanicoltura cuneese come il Living Lab di Chiusa Pesio aggiunge valore al percorso del prodotto e alla sua sostenibilità rispetto al territorio da cui nasce».


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