Villanova. Avvicendamento alla Casa di Riposo “Don Rossi”: Mammola va in pensione
di GIOELE PERCIVALLE
Classe 1960, sempre sorridente con gli ospiti e i visitatori, Aldo Mammola, direttore della “Don Rossi” di Villanova è andato in pensione con la fine del mese di Novembre. Gli è subentrato Giuseppe Balocco, già direttore della Casa di riposo di Morozzo, che oltre a mantenere l’impegno alla “Don Delpodio” prenderà in carico anche la “Don Rossi”. La carriera di Aldo Mammola si è snodata per più di trent’anni, partendo dal ’92, quando divenne direttore della Casa protetta per anziani dell’ospedale civico di Dogliani. Nel 2006 si è poi spostato presso San Michele, per poi approdare, il primo gennaio del 2010, a Villanova. Un’impronta profonda, quella lasciata da Mammola, alla “Don Rossi” che ha visto, sotto la sua direzione, molti cambiamenti: «Son cambiate le tipologie di ospiti e di personali – spiega –. Durante gli anni l’arrivo di nuovi ospiti ha portato aspettative diverse, questo ha significato una sempre maggiore attenzione al servizio dato. Abbiamo cercato sempre di stare al passo con le richieste e con i tempi». Sotto la sua direzione la “Don Rossi” ha anche affrontato il difficile periodo della pandemia del 2020. Una situazione che ha lasciato strascichi negli anni successivi, basti pensare che l’obbligo di indossare le mascherine all’interno delle Case di riposo è finito solo ad inizio estate: «Il Covid è stato un periodo difficile – ricorda Mammola –, l’aumento vertiginoso dei contagi, l’evacuazione degli ospiti… è stato un momento delicatissimo che ha avuto un impatto sicuramente negativo sulla Casa di riposo. Importante è stata la capacità di risollevarci e di riprendere man mano le attività, anche con il ritorno in struttura degli ospiti. Prima con solo 23 di loro, e poi al numero massimo di capienza».
Mesi che hanno rappresentato un periodo di grande sofferenza per tutti: «Gli ospiti hanno profondamente sofferto e noi siamo andati in seria difficoltà. Quando gli anziani hanno potuto entrare in struttura ricordo che è stato un momento di gioia. Dai mesi della pandemia si sono un po’ cambiate le modalità di lavoro, sempre un po’ con l’ansia di tornare ad affrontare un’emergenza di quella portata. Però si guarda avanti: è ciò che abbiamo fatto negli ultimi anni, facendo tornare operativa la struttura, grazie anche al supporto dell’Amministrazione».
Con la ripartenza si sono ricominciate a fare le tante attività che coinvolgono gli ospiti della struttura, interrotte a causa della pandemia: «Oltre al quotidiano, ovvero i pasti, la giornata dell’ospite si caratterizza anche di tante attività di animazione ed intrattenimento portate avanti dalla psicologa e dall’animatrice – prosegue l'ex direttore –. E così abbiamo la giornata in cui si colora, quella in cui si legge il giornale o si fanno attività a gruppi. Altre in cui viene la parrucchiera, per esempio. Sono tutte attività che abbiamo proposto, negli anni, per rendere la vita più sana e tranquilla, e tutt’ora proseguono».
Oltre a queste attività all’interno della struttura, negli anni come direttore, Mammola racconta anche delle tante uscite sul territorio: «Li abbiamo portati più volte in gita: a Madonna del Pasco, alla pesca facilitata o per il 16 febbraio, durante la giornata del malato. Il primo anno in cui ero qui, proprio in questa giornata c’era stata un’abbondante nevicata, ma grazie all’aiuto dei volontari siamo riusciti a portare ugualmente gli ospiti in chiesa. Tra gli ospiti, una signora è rimasta proprio entusiasta di questo, oltre per essere uscita dalla struttura, perché erano tanti anni che non usciva più con la neve. E questa sicuramente è stata una grande soddisfazione».
Negli anni, la casa di riposo si è molto aperta al pubblico, con attività insieme all’oratorio e al catechismo di Villanova, le passeggiate solidali in collaborazione con la FIDAS o il presepe visitabile, portando il pubblico all’interno della struttura: «Sono iniziative realizzate grazie alla collaborazione delle varie Associazioni che hanno proposto, e hanno dato, e danno, la possibilità alla casa di riposo di aprirsi all’esterno, facendo entrare in relazione gli ospiti con chi è al di fuori. Non è facile portare un ospite fuori dalla casa di riposo, soprattutto per chi non cammina autonomamente. In questo modo, invece, si agevolano gli esterni di qualunque età di accedere anche all’interno della struttura e scambiare due parole con gli ospiti. Questo non deve essere un luogo chiuso e sbarrato, non deve essere una prigione».
Più di trent’anni di lavoro hanno lasciato molto a Mammola: «Il fatto di aver variato in tre strutture – sintetizza –mi ha dato il modo di crescere e perfezionare la mia esperienza. Più passano gli anni, più cresce la voglia dare un servizio sempre migliore. Villanova è stata una bella realtà, grazie anche all’Amministrazione e agli ospiti presenti. C’è dispiacere nell’andarsene, ma sono contento perché lascio una situazione ben strutturata. Ovviamente il “magone” è tanto nel salutare gli anziani, che sono gli ultimi con cui ho lavorato e con cui ho instaurato un buon rapporto. Per tutti questi anni voglio ringraziare tutti, l’Amministrazione e gli esterni che hanno sempre manifestato apprezzamento per quello fatto, e ricevere manifestazioni di ringraziamento e affetto ha fatto molto piacere».