Marinella Clerico al centro di un progetto all’avanguardia per curare le cefalee

Pazienti-attori e utilizzo della “Camera immersiva” del Centro di simulazione per migliorare le cure: sono queste le novità del progetto all’avanguardia di simulazione medica avanzata, nato dalla sinergia tra Corso di Laurea in Medicine and Surgery dell’Università di Torino e l’Ospedale “San Luigi” di Orbassano. L’obiettivo è di fornire risposte innovative nelle cure per chi soffre di cefalea, un fenomeno che tocca il 50% della popolazione, e individuare il percorso più appropriato nella terapia. Il progetto è seguito in prima persona dalla prof.ssa monregalese Marinella Clerico, originaria di Bastia Mondovì, responsabile del reparto di patologie neurologiche specialistiche AOU del “San Luigi” e professore associato dell’Università di Torino. «Attraverso la simulazione, si potranno affrontare casi semplici e complessi, utilizzando differenti strategie, fra cui il “paziente simulato” e la “Camera immersiva” del Centro di simulazione del polo didattico universitario, per imparare a gestire meglio un sintomo, la cefalea, comune a numerosi contesti patologici – spiega la dott.ssa Clerico –. Il mal di testa può essere infatti una manifestazione clinica banale, che passa spontaneamente, ma può essere anche spia di una malattia infettiva o di una patologia oncologica». Il “progetto cefalee” ha come obiettivo principale la formazione del personale sanitario, e degli studenti, sulle cefalee. Il corso insegna come trattare il sintomo cefalea in tutti i servizi a cui il paziente si può rivolgere e di cui può aver bisogno: il pronto soccorso, l’ambulatorio del medico di medicina generale, l’ambulatorio specialistico, la sala operatoria. Nella “Camera immersiva”, ultima tappa del percorso formativo, il corso diventa un game: sulle pareti vengono proiettate tre caselle interattive. A seconda di quella scelta, il corsista inizia a trattare un paziente più o meno grave, stimolato dalle opzioni possibili che compaiono sulle pareti della stanza. Fra queste, video o audio interviste ai “pazienti simulati” aiutano nell’anamnesi e immagini diagnostiche (tac, encefalogramma e liquor), anche queste proiettate, conducono i corsisti a prendere decisioni e arrivare a una diagnosi.