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domenica 15 Giugno 2025     Accedi

La tragedia dei due stranieri morti ad Alba: Diallo Mamadou aveva lavorato a Mondovì fino all’estate

La Caritas diocesana albese: “Per loro la Chiesa ha fatto tutto il possibile, ma davanti alla crudeltà del mondo chiediamo misericordia a Dio”

Emanuele Lubatti

Sono stati rinvenuti senza vita in un capannone nella campagna di Alba, lo scorso martedì sera. I due giovani stranieri uccisi dal fumo di un braciere –  il 24enne senegalese Issa Loum e il 28enne guineano Mamadou Saliou Diallo – si erano rifugiati in località Gamba di Bosco al civico 6, nei pressi del carcere e delle sponde del Tanaro. Sul posto erano intervenuti i Carabinieri della Compagnia di Alba: il medico legale aveva accertato come l’avvelenamento da monossido di carbonio fosse responsabile di entrambe le morti. Uno dei due, Diallo Mamadou aveva lavorato fino all'estate anche a Mondovì in un’azienda di raccolta rifiuti.


La Caritas diocesana albese è intervenuta sul caso dopo le scritte offensive  comparse sui muri della Curia.  «Dalle notizie in nostro possesso Loum Issa arriva dal Senegal e muove i primi passi in Italia a Fidenza, nell’Emilia Romagna, dove vive col padre. Arriva ad Alba nel 2021, dove viene accolto nel Centro di Prima Accoglienza di via Pola, ospitato prima in un alloggio del Centro e poi nel dormitorio, da fine 2021 fino a fine luglio 2022. In questo periodo, con l’aiuto della Caritas, trova lavoro in una fabbrica di Guarene e dopo il periodo di prova viene assunto con contratto più lungo. Ad agosto 2022, in concomitanza con la consueta chiusura estiva del Centro, viene selezionato e trova accoglienza nel progetto della Cooperativa "La Tenda" nel complesso residenziale “Tetti blu” di Alba, condividendo l’appartamento con un altro giovane e vivendo in piena autonomia. Al termine dell’esperienza con la Coop. "La Tenda", dopo circa un anno, comincia per lui un momento difficile, durante il quale viene ospitato da presunti amici, frequenta cattive compagnie, arriva a perdere il lavoro stabile e si ritrova a vivere di lavoretti occasionali e di espedienti. Ad agosto 2024 viene accolto nel dormitorio provvisorio allestito nella palestra della Scuola "Macrino" dal Comune di Alba e da settembre 2024 inizia a frequentare abbastanza regolarmente la mensa Caritas di via Pola, vivendo nell’abitazione messa a disposizione dalla cooperativa di reclutamento dei braccianti agricoli per la quale ha lavorato fino al termine della vendemmia. Finito il periodo legato alla stagione lavorativa, da metà ottobre torna a mangiare regolarmente alla mensa della Caritas, trovando riparo in una fabbrica abbandonata nei pressi di via Pola. A fine novembre ne viene allontanato insieme ad altri sventurati e trova sistemazioni di fortuna fino all’ultima, nella quale incontra tragicamente la morte».

«Diallo Mamadou arriva dalla Guinea, di lui sappiamo che viene accolto nel 2020 a Torino e frequenta la mensa del Cottolengo, inizia a lavorare con una carovana di giostrai con i quali gira molto l’Italia e inizia a soggiornare sporadicamente anche ad Alba, presentandosi al Centro d’Ascolto e frequentando la mensa della Caritas. Tra il 2021 e il 2022 interrompe il rapporto lavorativo come giostraio e si ferma ad Alba, lavorando in vigna durante i periodi di vendemmia e per le potature oppure eseguendo piccoli lavori di giardinaggio. Trova, con l’aiuto della Caritas, un lavoro in un’azienda nei pressi di Canale che gli offre, per qualche mese, anche ospitalità, poi prova a cercare altre occupazioni fino a quando si sposta a Mondovì dove nel 2024 trova occupazione temporanea in un’azienda di raccolta rifiuti. Anche a Mondovì continua a frequentare regolarmente gli ambienti Caritas. A inizio estate torna ad Alba dove si ritrova con Loum col quale stringe un’amicizia importante e condivide ogni giornata e ogni vicissitudine fino all’ultima vendemmia e agli ultimi giorni della sua vita. Oggi piangiamo due ragazzi per cui la Caritas (la Chiesa) ha fatto il possibile, ma davanti alla crudeltà del mondo e al libero arbitrio possiamo solo chiedere misericordia a Dio».


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