Possibile la riattivazione della ferrovia Bra-Ceva? I Comuni ci credono

Si torna a parlare della suggestiva, potenziale, riapertura della ferrovia Bra-Ceva, dismessa dopo l’alluvione del Tanaro del 1994 che l’aveva gravemente compromessa, distruggendo ponti e impalcati in più zone. Lo scorso 10 marzo, il Consiglio comunale di Bra ha approvato all’unanimità una mozione presentata unitamente da maggioranza e minoranza, avente testualmente per oggetto: "Sostegno all'inserimento, mediante decreto del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti (Mims), della linea Bra-Ceva e diramazione Mondovì (via Bastia, ndr.) nell'elenco delle ferrovie turistiche nazionali, nella prospettiva futura di una riattivazione piena della linea a servizio del trasporto delle persone e delle merci". Dopo Bra, sono numerosi i paesi sull’asta del Tanaro ora determinati ad approvare la stessa mozione, in modo da portare il tema all’attenzione del Governo in maniera sempre più “consistente”. Seguendo la linea tracciata, la mozione è stata infatti portata in Consiglio e approvata all’unanimità anche dal Comune di Piozzo, nella seduta di lunedì 24 marzo, ma a stretto giro ci si aspetta che possano arrivare anche altre adesioni. Il sindaco di Bastia (importante stazione di diramazione verso Mondovì), Francesco Rocca, è da tempo impegnato su più tavoli, per la riattivazione della tratta e il recupero dei fabbricati. A questo proposito, lo scorso 5 dicembre aveva anche organizzato un sopralluogo sulla Bastia-Mondovì con alcuni tecnici di Fondazione Fs (la Fondazione delle ferrovie che si occupa della riattivazione delle linee dismesse in tutte Italia), di Rfi (Rete ferroviaria italiana) e con i rappresentanti della Regione Piemonte (erano presenti l’assessore Marco Gabusi e il consigliere Franco Graglia).
Recupero difficile, dopo i disastri dell’alluvione ‘94
La storica ferrovia Bra-Ceva, tra le più antiche d’Italia, era stata attivata nel 1874. Costruita come parte del collegamento ottocentesco tra Torino e Savona, via Trofarello-Carmagnola-Bra-Cherasco-Ceva, la linea perse buona parte della sua importanza con l'inaugurazione della variante di Fossano, per essere definitivamente soppressa in conseguenza dei gravissimi danni subiti durante l'alluvione del 1994. La riattivazione, ad oggi, continua ad apparire molto complessa, vista la mancanza dei binari in più punti sulla tratta e l’assenza di ponti, tra Bastia e Ceva. Sempre tra Bastia e Ceva inoltre, la strada Fondovalle Tanaro ha preso il posto, per un tratto, del vecchio sedime ferroviario.