“Caso Bess” di Magliano, Michele Bertolino: «Serve un incontro pubblico per fare chiarezza»

L’imprenditore monregalese Michele Bertolino, sempre attento alle diverse vicende ambientali della zona, ci ha inviato un lungo scritto sul “caso Bess” che in queste settimane sta interessando il Comune di Magliano Alpi, con effetti anche sulla stabilità dell’Amministrazione comunale. Pubblichiamo di seguito l’intervento. “I recenti articoli giornalistici relativi alle vicende in corso nell’Amministrazione comunale di Magliano Alpi richiedono chiarezza. Due o forse tre progetti relativi alla richiesta di autorizzazione per l’installazione di BESS, acronimo inglese (sic…) che individua dei sistemi si stoccaggio di energia elettrica tramite batterie, hanno suscitato dimissioni e sommovimenti. Va premesso che le ultime elezioni comunali a Magliano Alpi si sono svolte con una lista unica e che il sindaco è in carica da quattro mandati consecutivi, l’affluenza al voto è stata di poco superiore al 69%, chiaro indice di una scarsa vitalità democratica del Comune. Nelle ultime settimane si sono dimessi i due assessori prontamente sostituiti dal sindaco, è nato un nuovo gruppo consigliare e si sono dimessi due dei dieci consiglieri comunali, ponendo il consiglio comunale in bilico. Il tutto con argomentazioni di facciata che non hanno fatto alcuna reale chiarezza nel merito. Se la motivazione fosse correlata ai progetti relativi alle batterie di stoccaggio di energia elettrica ha senso chiarire che i BESS sono impianti di accumulo di energia elettrica pensati per ovviare alle discontinuità tipiche di alcune energie rinnovabili quali il fotovoltaico o l’eolico che, come ovvio, producono energia soltanto in alcune ore del giorno, il loro scopo in quanto tale è quello di caricare dei pacchi di batterie durante le fasi produttive e scaricarle quando la rete elettrica ne ha necessità. Altra possibile applicazione è accumulare energia elettrica durante i sovraccarichi della rete e restituirla quando la rete ha picchi di consumo. Si tratta in sostanza di gruppi container che contengono pacchi di batterie (tipicamente agli ioni di litio) collegati alla rete elettrica. In Piemonte sono in corso investimenti simili a Trino vercellese da parte Enel produzione s.p.a. a servizio di un parco fotovoltaico da 87 MWh di proprietà della stessa Enel nel sito della ex centrale nucleare Galileo Ferraris. Un secondo impianto risulta essere in fase di autorizzazione a Leinì a servizio della centrale termoelettrica di Engie Produzione s.p.a. ex GDF Suez. Non stiamo quindi parlando, per ora, di una centrale nucleare.
I progetti
In base alla delibera n.5 del 30 gennaio 2024 (2025, la data è palesemente un refuso) si evince che al comune di Magliano sono prevenuti due progetti di BESS. In base alla delibera di Giunta n.6 del 1º febbraio 2025 il proponente RNE s.r.l. vorrebbe installare uno stoccaggio di 58,65 MWh costituito da 15 gruppi di isole ciascuna costituita da 8 container, per complessivi 140 container su una superficie agricola di 33 mila metri quadri in prossimità della sottostazione Terna situata sul Beinale. L’autorizzazione di questo impianto è compito del Ministero dell’Ambiente e Sicurezza Energetica e l’esito positivo del procedimento comporta la dichiarazione di pubblica utilità dell'opera, ed ha anche validità di variante urbanistica. I progetti quindi non sono soggetti a valutazione di impatto ambientale. In base alla determina di affidamento n.9 del 12 febbraio 2025 del servizio di segreteria del Comune si evince che è stato affidato un incarico ad un noto studio legale su richiesta dell’ufficio tecnico per supportare il medesimo in quanto è pervenuta una richiesta in procedura semplificata da parte del proponente FLYSUN2s.r.l. per un BESS da 150 MWh apparentemente, in base a notizie giornalistiche situata nell’area della ex discoteca all’incrocio tra la Statale 28 e via Autostrada. Si vocifera infine di un terzo progetto di BESS nel territorio comunale. Serve chiarezza.
Quanti impianti? Chi sono i proponenti? Come si impiegano i soldi per le compensazioni?
Da parte mia non ho difficoltà a riconoscere la pubblica utilità dei sistemi di batterie di stoccaggio di energia elettrica, essi sono anche finanziati da contributi pubblici nell’ambito del Pnrr ed auspicati dal piano REPowerEU. Tuttavia ogni attività umana ha un impatto sull’ambiente e nel caso specifico tra i principali il consumo di suolo. Sorgono quindi spontanee alcune domande: I progetti sono due o tre? I proponenti (due società con poche migliaia di euro di capitale sociale a fronte un investimento da oltre 200 milioni di euro) chi sono? Hanno accordi con Terna relativi al bilanciamento della rete? Qualora gli stoccaggi servissero invece ad accumulare energia rinnovabile, quale? Prodotta dove? Fermo restando che qualora questa dovesse provenire da futuri impianti fotovoltaici a terra su terreni agricoli esprimo fin d’ora ferma contrarietà a tale tipologia di impianti e auspico una moratoria in merito. Ritengo che evitare il consumo di suolo sia prioritario rispetto alla produzione di energia rinnovabile soprattutto nel nostro territorio a spiccata vocazione agri-turistica. Si esclude da parte dei proponenti il mero utilizzo speculativo, ossia acquisto di energia elettrica in fasce orarie convenienti per rivenderla in fasce orarie a valore più elevato? Sarebbe un uso distorto della tecnologia. Quali opere di allacciamento alla rete ed alle eventuali fonti di produzione sarebbero previste? Il sindaco afferma in un video pubblicato che sono previsti 200 mila euro di compensazioni ambientali a favore del Comune. Questo dato è reale e, nel caso positivo, come verrebbe impiegato dal Comune? Troppo spesso il concetto di “Amministrazione trasparente” viene limitato agli obblighi di legge e altrettanto spesso gli amministratori locali hanno atteggiamenti ambigui e contradditori. Il caso dello stoccaggio temporaneo di rifiuti di Clavesana è emblematico. Non basta registrare le alte percentuali dei non votanti, serve una vera democrazia partecipativa. Sarebbe quindi corretto e utile che il sindaco, che si è detto “Sempre aperto al confronto ed al dialogo” ed il Consiglio comunale indicessero un’assemblea pubblica ai sensi dell’articolo 28 comma 4 b) dello Statuto comunale per illustrare i progetti e spiegare le rispettive posizioni, visto il caos generato”.