Attorno mons. Luciano Pacomio al 60° di ordinazione presbiterale

Celebrazione eucaristica con numerosi sacerdoti e diaconi, in Basilica, al Santuario, giovedì 15 maggio, presieduta dal vescovo emerito mons. Luciano Pacomio, giunto al 60° di ordinazione sacerdotale, tornato a Mondovì per un momento di preghiera e di festa, accolto dalle parole iniziali e beneaguranti di condivisione da parte del vescovo mons. Egidio Miragoli, all’interno della Giornata di fraternità per il presbiterio della diocesi, nell’occasione di festeggiare gli anniversari di ordinazione presbiterale e diaconale. "Festeggiamo ordinazioni recenti e altri che vengono da più lontano, ma nulla cambia - ha sottolineato il vescovo di Mondovì, Egidio Miragoli -. La vigna del signore trae energia da tutti. Di tutti e per tutti rendiamo grazie al Signore. Camminiamo insieme nella speranza che qualche giovane della nostra diocesi voglia rispondere alla chiamata per un cammino nella gioia e fatica del ministero". Mons. Miragoli ha accolto mons. Luciano Pacomio che quest’anno festeggia il 60° di ordinazione che ha presieduto la concelebrazione eucaristica in Santuario. "Siamo qui nella gioia di celebrare insieme" ha sottolineato il vescovo emerito di Mondovì. La mattinata ha avuto come primo momento, in Casa “Regina Montis Regalis, la riflessione del biblista saluzzese prof. don Michelangelo Priotto sul “Pellegrinaggio come metafora della vita”, conducendo a seguire idealmente il cammino di Abramo da Ur dei Caldei alla terra di Canaan, cogliendo in questo racconto della Genesi un vissuto esistenziale a tappe fino a Gesù “Via, verità e vita”, con la spinta ad andare oltre, ai passi della fede che comportano distacco e decisione, rispondendo ad una chiamata che deriva dall’irrompere improvviso ed inaspettato di Jhawè , percependo la benedizione, la promessa, l’iniziativa di Dio da accogliere con una fiducia che nasce dalla chiamata a tutto tondo, per intraprendere l’ultimo pellegrinaggio verso il Padre. E Priotto ha chiuso con una manciata di indicazioni, sui risvolti significativi ed esistenziali del pellegrinaggio, che sanno di distacco e di scelta, verso una meta aperta al Dio nascosto nelle pieghe delle opzioni per la vita e nella Chiesa, nell’offerta della propria disponibilità al tracciato dall’Alto, dando valore ai segni anche della liturgia per svelare il profilo di Dio, che è ciò che vale.
Nell’omelia mons. Luciano Pacomio, attingendo alle pagine della Scrittura nella liturgia del tempo di Pasqua, ha lasciato tre pensieri corroboranti: risalendo sulle orme di Paolo all’esordio dell’annuncio evangelico ad Antiochia di Pisidia, ha suggerito di farsi consapevoli della presenza del Risorto: “Lui è più grande di noi, possiamo contare su di Llui, posiamo fidarci ed affidarci”. Quindi l’indicazione a risalire al volto del Figlio, a cui lo stesso Battista riconosce i tratti che vengono dall’Alto, consapevoli di dover indicare il Signore e di fargli posto, strada facendo, là dove si fa incontrare. Infine l’invito ad accogliere la Parola, i passi della vita, i tornanti da affrontare, le differenze che si evidenziano, puntando all’ideale, sempre.
I festeggiati per i traguardi di ordinazione presbiterale
Da citare i traguardi di ordinazione raggiunti da presbiteri diocesani: 75 anni don Lelio Sardinopoli; 60 anni don Francesco Basso, don Piero Gasco, don Francesco Tarò, don Piero Olivero (della comunità cuneese “Città dei ragazzi”); 55 anni don Antonio Bergonzo, don Giorgio Burdisso, don Dionigi Dho, don Gian Mario Olivero; 50 anni don Giuseppe Viglione sr, don Sergio Mandrile, p. Bartolomeo Monge; 45 anni don Giampaolo Laugero; 35 anni don Giampiero Lovera; 20 anni don Roberto Fontana; 10 anni don Federico Boetti e d. Fulvio Dossetto.
Anniversari diaconali: 15 anni Armando Peirano, Massimo Picco, Alessandro Porro, Massimo Scarzella, Amelio Sibona, Carlo Aonzo; 10 anni Luca Borsarelli.