«Il modello di filiera agricola di Sale San Giovanni è vincente»

Sabato 10 maggio è stato sottoscritto il "contratto di filiera" a Sale San Giovanni: un esempio importante nato dalla Langa Cebano-Monregalese, quella parte di Alta Langa che si fonde con l'Appennino ligure e che ha mantenuto intatte genuinità ed agricoltura tradizionale. Si tratta di un "accordo di filiera" che accomuna oltre 10 aziende agricole dislocate fra i Comuni di Sale San Giovanni, Sale delle Langhe, Paroldo, Camerana, Montezemolo, Castellino Tanaro e Mombarcaro. Tutte producono cereali utili alla trasformazione in farine di altissima qualità, fra i quali una tipologia che solo in questa zona ha ritrovato la purezza di un tempo: si tratta dell'Enkir (triticum monococcum) quello che viene definito "il padre di tutti i cereali".
Il presidente della Provincia di Cuneo, Luca Robaldo, ha partecipato al momento conviviale seguito alla firma del contratto del filiera: «È stato un grande piacere poter salutare i colleghi Sindaci dei Comuni interessati e, ancor prima, i titolari delle aziende agricole coinvolte. A loro si deve questo importante accordo ed il metodo di lavoro che lo ha favorito: fiducia reciproca, collaborazione e sinergia. Ingredienti che hanno creato le basi per il rapporto diretto col mondo della trasformazione - commenta Robaldo -. Da anni questa parte di Alta Langa si sta distinguendo per volontà e capacità operosa. Un modello che bene si inserisce in un quadro, quello della nostra provincia, che ha nell'agricoltura uno dei settori trainanti. Oggi quest'area, grazie al lavoro comune di contadini ed amministratori, è divenuta famosa per le erbe officinali, per il miele e per altre produzioni. Anche le grandi case vinicole stanno iniziando ad investire ma con un occhio di riguardo alla genuinità: soltanto qui, infatti, campi di lavanda si alternano a campi coltivati a cereali, a boschi di castagno ed a campi lasciati a maggese. È questa la vera forza e la vera attrazione per il turismo lento e, soprattutto, la cartina al tornasole di una reale sostenibilità ambientale» continua il Presidente della Provincia.
Infine, non certo per importanza, il lavoro del Distretto del Cibo cebano-monregalese, l'unico che gode interamente del riconoscimento biologico e recentemente risultato vincitore del bando ministeriale. «Non è un caso che proprio in questa zona abbia sede questo Distretto, a testimonianza della vitalità delle aziende agricole e della continua ricerca della qualità migliore. L'Ente che presiedo non ha dirette competenze nel settore ma stiamo lavorando per essere al fianco del mondo agricolo in ogni sua battaglia: senza agricoltori non esiste manutenzione del territorio. Sono dei veri e propri custodi della natura» conclude Robaldo.