«È arrivata la proposta di un investitore estero che verrà presentata nel mese di gennaio». Con queste parole il presidente della Regione, Alberto Cirio, ha rimesso sul piatto la questione della riapertura al traffico passeggeri della ferrovia Ceva-Ormea. Una sorta di fulmine a ciel sereno, che mantiene ancora i canoni di segretezza, visto che proprio dall’Ufficio del Governatore, da noi contattato, si preferisce non aggiungere nulla di più. Resta il fatto che il 2024 potrebbe essere l’anno della svolta per la Ceva-Ormea, con un vettore straniero in grado di garantire il traffico ferroviario. La questione di questo tratto ferroviario, dismesso ormai da anni, era tornata prepotentemente di attualità con l’apertura dell’anno scolastico, a settembre, quando i disservizi legati al trasporto studenti sulla Statale 28, dalla Valle Tanaro a Mondovì, avevano acuito i disagi di pendolari e famiglie. Da allora una serie di incontri e anche una petizione on-line (giunta nel frattempo a quasi 4 mila firme) hanno portato alla ribalta la necessità della riattivazione del tratto ferroviario in grado di collegare Ormea a Ceva e viceversa, al momento impiegata solo per i treni storici e turistici. Obiettivo? Far sì che la linea venga utilizzata anche come servizio pendolare per gli studenti e i lavoratori. Nel corso di questi mesi, come detto, si sono susseguiti incontri e dibattiti, con al centro le problematiche di viabilità lungo una strada, la Statale 28, che oggettivamente, senza interventi, non riesce a reggere l’aumentato traffico, sia veicolare che, soprattutto, degli autoarticolati. Senza riaprire il tema, che inevitabilmente si lega ai lavori mai fatti o anche alla realizzazione del tunnel Armo-Cantarana, a molti, Regione compresa, è risultato evidente che la soluzione della riapertura della Ceva-Ormea potesse essere una strategia efficace, oltre che ecosostenibile. Ovviamente bisogna andare cauti, ma le affermazioni dello stesso Cirio, che già si era espresso favorevolmente in merito ricevendo il premio del “Cece d’oro” a Nucetto lo scorso ottobre. Se i cittadini sembrano tutti schierati dalla parte della riapertura, dunque, ora anche a livello istituzionale pare essersi mosso qualcosa. L’investimento non sarebbe di poco conto ed ecco che l’ingresso in scena di un vettore estero potrebbe sparigliare le carte e rimettere tutto in gioco. Ne sapremo di più dopo le festività, come ammette anche il presidente dell’Unione Montana Alta Valtanaro, Giorgio Ferraris: anche lui, per ora, non si esprime, ma nel mese di gennaio è previsto un incontro in cui la Regione spiegherà ai sindaci della Vallata le intenzioni dell’investitore straniero. Il sogno di rivedere aperta la Ceva-Ormea è un po’ meno irrealizzabile e sarebbe una svolta per il territorio che, oggi, il treno lo vede sferragliare quattro o cinque volte all’anno, in veste di apprezzata attrazione turistica. Una mossa intelligente questa, che ha permesso alla linea di essere costantemente oggetto di manutenzione e che ha evitato la morte vera e propria di una ferrovia storica. Non resta che aspettare il nuovo anno: gennaio ci dirà se, in che modo e a quali costi, la Ceva-Ormea potrà tornare in attività anche per lavoratori e studenti.
FOTO Ferrovie.Info
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