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08 Settembre 2025 - 11:15
Il dato viene dalle misurazioni di ARPA Piemonte e dalla Società Meteorologica Italiana - NIMBUS: il periodo che va dal 1 giugno al 31 agosto 2025 è stato il quinto più caldo dal 1958 in Piemonte (anomalia +1.4°C). E addirittura a Torino, città la cui serie storica parte però da ben più lontano ovvero dal 1753, si parla di +1.4°C rispetto al trentennio climatologico di riferimento 1991-2020, dietro soltanto al 2003, 2022, 2015 e 2017.
Ed è in questo contesto - che orde di "negazionisti" si ostinano a ignorare e sbeffeggiare - che la Regione Piemonte fa un gesto concreto istituendo l’Osservatorio sui Cambiamenti Climatici del Piemonte.
Si tratta di un passo concreto e atteso, che segna l’avvio operativo di una struttura permanente, multidisciplinare e interistituzionale, nata per monitorare l’evoluzione del clima, supportare le politiche pubbliche e guidare l’adattamento del territorio alle sfide ambientali. Con il provvedimento adottato dalla Giunta regionale, l’Osservatorio – che dispone di un finanziamento di 850mila euro di fondi europei FESR 2021–2027 – entra ora nella sua fase esecutiva, diventando il fulcro delle politiche regionali sul cambiamento climatico.
L'Osservatorio mira a diventare un punto di riferimento tecnico-scientifico a livello regionale, facilitando il dialogo tra mondo della ricerca, istituzioni, imprese e cittadini, e contribuendo all'attuazione delle strategie di mitigazione e adattamento previste a scala locale, nazionale ed europea.
Oltre a essere un filo diretto tra Regione Piemonte e Arpa, ne fanno parte Università degli Studi di Torino, Politecnico di Torino e Università del Piemonte Orientale, ARPA, IRES, IPLA e CNR, con il coordinamento della Direzione Ambiente, Energia e Territorio della Regione. Nel corso dei lavori dell’Osservatorio potranno essere coinvolti altri soggetti, pubblici o privati.
«Con l’Osservatorio sul cambiamento climatico il Piemonte si dota di uno strumento operativo e scientifico capace di dare risposte concrete a un’emergenza che riguarda la sicurezza dei nostri territori, la vita quotidiana dei cittadini e la competitività delle nostre imprese – sottolinea l’assessore allo Sviluppo e Promozione della Montagna e alla Biodiversità, Marco Gallo –. La governance che abbiamo definito oggi in Giunta garantisce un lavoro strutturato, condiviso e continuativo, capace di trasformare i dati in azioni: dalla prevenzione dei rischi a un’urbanistica più resiliente, dalla tutela delle risorse naturali al supporto delle comunità locali. Il valore dell’Osservatorio risiede proprio nella sua rete di competenze e nella capacità di mettere insieme istituzioni, mondo della ricerca e territori. Il Piemonte, che già paga un prezzo alto agli eventi estremi, deve diventare un laboratorio di buone pratiche climatiche, in grado non solo di proteggere montagne ed ecosistemi, ma anche di generare nuove opportunità di sviluppo sostenibile e lavoro».
«La creazione dell'Osservatorio cambiamenti climatici é stata fortemente voluta dagli Assessorati all'Ambiente e alla Montagna – commenta l'assessore all'Ambiente, Matteo Marnati –. Non avrà solo lo scopo di monitoraggio, ma sarà utile per svolgere numerose analisi e supporto alle decisioni in diversi ambiti, in particolare, attraverso i dati raccolti, potremo elaborare modelli per prevedere scenari meteorologici futuri e fornire strumenti per la pianificazione territoriale e urbana e soprattutto supporto alle politiche ambientali. Con questo nuovo strumento la Regione Piemonte sarà ancora più incisiva e operativa nel trovare nuove soluzioni per contrastare il cambiamento climatico».
L'Osservatorio è composto dal Comitato di Indirizzo, con il compito di definire le strategie e le linee guida per il raggiungimento degli obiettivi pluriennali, dal gruppo Tecnico-Scientifico, ovvero esperti responsabili dell'elaborazione dei contenuti e della validazione scientifica dei risultati, e infine dal Segretariato tecnico, con il compito di facilitare l'attuazione operativa del piano di lavoro fungendo da raccordo tra i diversi soggetti coinvolti.
L'Osservatorio opererà seguendo obiettivi pluriennali, definiti dal Piano di Azione approvato dalla Giunta Regionale, e opererà attraverso sei funzioni chiave:
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