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30 Marzo 2017 - 19:12
Siamo abituati a vedere immagini avveniristiche al cinema, nei fumetti e nelle illustrazioni dei libri di fantascienza, eppure esistono numerosissime altre varianti di manufatti che anticipano la visione della vita futura, come accade ora al museo della ceramica con i piatti e gli oggetti della collezione di Piero Gondolo della Riva sulla vita futura. Dalla fantasia dell’illustratore i disegni passano nelle mani del ceramista abile a trasferirli sui piatti decorati con la tecnica del transfer print, l’allestimento è inserito proprio nelle sale normalmente dedicate a questo tipo di lavorazione.
Non solo ceramiche, ma anche stampe e volumi per un’esposizione che conta un totale di 95 pezzi, veri e propri cimeli che illustrano l’idea del futuro così come la si prospettava nell’ottocento, partendo dalla narrativa di Jules Verne con una serie di piatti legati ai suoi romanzi, vero motore di ispirazione per l’epoca, che influenzerà infinità di autori e disegnatori; il percorso prosegue toccando numerosi altri campi, dalla visionarietà tecnica alle tematiche sociali, creando un affresco coinvolgente sui secoli a cavallo del nuovo millennio.

Molti i pezzi dedicati ai mezzi di locomozione, dall’evoluzione del velocipede all’espandersi dell’utilizzo dell’automobile, vissuto come mezzo pioneristico e dai non ancora chiari possibili sviluppo di utilizzo, proseguendo coi servizi raffiguranti viaggi sulla luna ,i rischi dell’aviazione e le guerre future si illustrano anche i timori e gli interrogativi che le nuove scoperte portano, riflettendo sulle possibili conseguenze a cui l’uomo non è ancora pronto, e dove viene incontro la serie rappresentante l’esposizione di Chicago che aiuta la gente alla giusta comprensione di questa nuova modernità.
Una credibile visione sulla società del futuro si propone con le serie di piatti dedicati al socialismo utopistico e al femminismo, dove il primo illustra in chiave ironica i difetti e i problemi della vita moderna, mentre la seconda mostra un credibile ribaltamento dei ruoli, in cui l’uomo si prende cura dei figli mentre la donna diviene soldato, un immagine paradossale per l’epoca, ma che la dice lunga sul desiderio di emancipazione che era già vivo nell’allora.
E’ un percorso coinvolgente e che apre a molteplici spunti di riflessione: riguardo ai sogni, alle aspettative, alle speranze e alle preoccupazioni dell’uomo del tempo passato, molte dimostratesi veritiere nel bene e nel male ,e laddove non si sono confermate risultano essere comunque credibili e si rivelano indubbiamente affascinanti, regalando altri scenari possibili scenari di ciò che sarebbe potuto essere.
LA MOSTRA RIMARRÀ APERTA FINO A DOMENICA 29 MAGGIO
PRESSO IL MUSEO DELLA CERAMICA DI MONDOVÌ
CON ORARIO 15-18 VENERDÌ E SABATO , 10-18 DOMENICA E FESTIVI
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