L'assessore regionale Riboldi con il sindaco Mottinelli e il presidente della Provincia Robaldo in una recente visita all'Ospedale di Ceva
«Ribadisco ancora una volta, con molta chiarezza, che non ci sarà alcuna chiusura di Pronto soccorso a Ceva e neppure nelle altre province piemontesi». Con queste parole l’assessore regionale alla Sanità, Federico Riboldi, ha chiarito la posizione della Regione in merito al futuro del Dea cebano, dopo i dubbi emersi da uno studio dell’Università Bocconi, che avrebbe individuato in quello di Ceva un Pronto soccorso poco frequentato, con numeri tali da richiedere una miglior redistribuzione delle risorse pubbliche.
La Regione Piemonte ora però cerca di spazzare via ogni dubbio, ribadendo con forza che il Pronto soccorso cebano non verrà chiuso. Il tutto arriva anche a seguito di un acceso Consiglio provinciale, durante il quale il tema sanitario è stato ampiamente dibattuto. I consiglieri provinciali di Forza Italia, Simone Manzone, Roberto Baldi e il vicepresidente della Provincia, Massimo Antoniotti, avevano sollecitato una posizione netta da parte della Regione. «Non è nei programmi della Giunta chiudere alcuna struttura, anzi l’impegno è di realizzare i grandi Ospedali come il Parco della Salute di Torino e Cuneo, la cui necessità è evidente, nonché potenziare le strutture sul territorio per garantire a tutti i cittadini del Piemonte l’accesso alle cure e le prestazioni sanitarie migliori», hanno dichiarato. «La Giunta regionale pensa ai grandi Ospedali ma anche ai territori, come nessuno ha saputo fare negli anni scorsi. È inoltre singolare che oggi la critica arrivi proprio dal Centrosinistra che ha voluto e votato la Dgr 1/600 del 2014 che in Piemonte ha portato alla chiusura di centinaia di strutture complesse. Noi, proprio partendo da quell’esempio, abbiamo deciso di fare l’esatto contrario», hanno aggiunto Manzone, Baldi e Antoniotti.
Anche il sindaco di Ceva, Fabio Mottinelli, l’altra settimana, nel ribadire l’impegno dell’Amministrazione locale e dei sindaci del Distretto sanitario Monregalese-Cebano per la difesa del presidio, aveva dichiarato che la presenza del Dea a Ceva non fosse in discussione. «Restiamo in stretto contatto con l’assessore regionale alla Sanità, il quale ci ha già assicurato che nessun Pronto soccorso verrà chiuso – aveva detto –. I sindaci del territorio stanno lavorando per monitorare la situazione e mantenere alta l’attenzione sulle esigenze degli Ospedali di Ceva e Mondovì».
La Regione ha dunque promesso di continuare il dialogo con i sindaci e di lavorare per il potenziamento delle strutture sanitarie locali: tuttavia non è ancora dato sapere se il Dea di Ceva possa tornare ad un’operatività h24, garantendo una sanità capillare e accessibile, come richiesto anche dall’Unione Montana Alta Valtanaro, tutelando presidi fondamentali per un territorio che richiede particolare attenzione, date le difficoltà di spostamento per le persone anziane, malate o in condizioni di fragilità.
Intanto la questione sarà al centro di un incontro aperto, organizzato dal Circolo PD di Mondovì, che si terrà mercoledì 14 maggio, alle ore 17, presso la sala delle conferenze “Scimé” in corso Statuto.
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