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Incontro-virale a Lucca Comics & Games 2025: il caso Hideo Kojima & Zerocalcare

Quando cultura pop e politica si incontrano, anche una semplice foto può accendere un caso mondiale.

Incontro-virale a Lucca Comics & Games 2025: il caso Hideo Kojima & Zerocalcare

Durante l’edizione 2025 di Lucca Comics & Games, uno degli eventi più attesi del panorama pop-culture europeo, è accaduto un episodio che ha rapidamente superato i confini dell’Italia, sollevando un dibattito internazionale e dimostrando quanto la cultura pop e l’impegno politico siano oggi più intrecciati che mai. Al centro: l’incontro tra il celebre game-designer giapponese Hideo Kojima e il fumettista italiano Zerocalcare (nome d’arte di Michele Rech) e una fotografia che è diventata virale — per motivi ben più complessi di una semplice “foto di fan”.

Chi sono i protagonisti

Hideo Kojima è un nome che non ha bisogno di grandi presentazioni per chi segue videogiochi e cultura pop. Nato a Tokyo nel 1963, è considerato un autore iconico del medium videoludico: ha creato la saga Metal Gear Solid, ha fondato lo studio Kojima Productions, ed è autore del più recente Death Stranding 2: On the Beach uscito nel 2025.La sua fama lo ha reso una figura mediatica globale, capace di trascendere il mondo dei videogiochi e collocarsi nel contesto più generale della cultura pop e dell’arte.

Dall’altro lato, Zerocalcare (Michele Rech) – nato nel 1983 ad Arezzo e trasferitosi a Roma – è diventato uno degli autori più rilevanti del fumetto italiano contemporaneo. La sua produzione spazia dalla satira generazionale all’impegno politico e sociale: tra le sue opere spicca la graphic-novel Kobane Calling, un reportage a fumetti ambientato al confine turco-siriano che racconta la resistenza curda contro l’ISIS. 

Il fatto: lo scatto a Lucca e la tempesta mediatica

Durante la fiera toscana, Kojima e Zerocalcare si sono incontrati: nella foto che ha iniziato a circolare si vede il game-designer giapponese accanto all’autore italiano, tenendo in mano l’edizione giapponese di Kobane Calling. Il post – pubblicato sui social ufficiali di Kojima – ha rapidamente raccolto oltre 4,5 milioni di visualizzazioni, diventando virale in poche ore. 
Ma la foto non è rimasta innocua: poco dopo è stata rimossa dai profili di Kojima, e la rimozione è avvenuta in seguito a proteste da parte di moltissimi utenti di lingua turca, che hanno interpretato l’immagine come un messaggio politico di supporto alla resistenza curda. 

Perché è scoppiata la polemica

Il fumetto Kobane Calling di Zerocalcare raccontainfatti  la sua esperienza tra Siria, Iraq e il confine turco-siriano, nel contesto della regione del Rojava, in cui le milizie curde come le YPG e le YPJ hanno avuto un ruolo centrale nella lotta contro l’ISIS.
In Turchia, tali organizzazioni sono considerate – dal governo di Ankara – alleate o ricondotte alla PKK, designata come “organizzazione terroristica”. La resa pubblica di una foto in cui Kojima appare con l’autore di un’opera considerata pro-curda (e dunque politicamente sensibile in Turchia) è stata quindi letta come una presa di posizione.
Inoltre, va considerato che per una figura globale come Kojima, la visibilità è amplificata: ogni gesto, anche privato o casuale, può assumere significati politici o simbolici – un elemento che in questo caso ha fatto scattare la reazione. Lo stesso fumettista Zerocalcare – in un video di animazione in stop motion pubblicato sui suoi canali – ha sottolineato che lo scatto non era pensato come dichiarazione politica, ma come un semplice incontro tra due autori, e ha commentato con tono ironico e amaro la sovra-reazione che ne è seguita. 

Le possibili conseguenze e il contesto internazionale

Oltre all’ondata di commenti e minacciati boicottaggi da parte di alcune community turche contro i lavori di Kojima, si è sollevata la questione della libertà d’espressione e delle implicazioni del “fare cultura” in un mondo globalizzato. Secondo quanto riportato da alcune testate, in teoria, se Kojima – o chiunque fosse associato pubblicamente all’opera di Zerocalcare – entrasse in Turchia, potrebbe addirittura rischiare di essere considerato “propagandista” di organizzazioni ritenute terroristiche e affrontare conseguenze legali. Ma, senza arrivare a questi estremi, si conferma anche il peso di mercati extra-occidentali come quello Turco, a cui Kojima deve prestare attenzione.

Questo caso dimostra come un momento apparentemente innocuo di cultura pop – un incontro tra due autori in una fiera di fumetti – possa trasformarsi, nell’era dei social e della geopolitica istantanea, in oggetto di crisi diplomatica o mediatica. Il fatto che una fotografia diventi il fulcro di una polemica internazionale è ormai parte della realtà del cosiddetto Villaggio Globale. Un game-designer giapponese, un fumettista italiano, una fiera in Toscana, la questione Curda e medio-orientale e proteste da parte della Turchia: il tutto dimostra quanto oggi siamo in un mondo interconnesso. E come tutto sia molto complicato: senza conoscere il fumetto “Kobane Calling” e il contesto curdo-turco, l’immagine appare innocua. Ma con quel contesto, diventa carica di significati.

In fondo, l’incontro a Lucca non è solo una foto : è uno specchio del nostro tempo.

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