Cerca

ultima ora

ultime notizie

OGGI

La Brigitte Bardot che non tutti ricordano: l’icona che ispirò Barbarella

Con la Bardot scompare una delle più grandi icone del Novecento. Forse la prima davvero "transmediale"

Addio a Brigitte Bardot, icona del cinema. E del fumetto

La Brigitte Bardot del 1962

Brigitte Bardot, icona assoluta dello star system mondiale, è scomparsa il 28 dicembre 2025 all’età di 91 anni nella sua amata Saint-Tropez.

Ballerina, viene ammessa tredicenne al severo Conservatoire de Paris, dove si perfeziona nella danza ad alti livelli; data l'indiscutibile avvenenza diviene giovanissima modella, e appare dal 1950 su "Elle" di cui conquista la copertina a 15 anni, dove è presentata con le sole iniziali, B.B., che diverranno poi iconiche. Da qui viene notata da  Roger Vadim, con cui avvia una relazione e che poi sposa (1952): egli la lancia nel suo primo film da regista: “E Dio… creò la donna” (1956), dove B.B. si impone come nuova icona di femminilità. Contribuisce a modificare anche il costume: la sua adozione del bikini lo impone a livello sociale, ma non solo. Tutte le scelte di moda della Bardot fanno scuola e la Francia in primis, ma non solo, è percorsa da una intensa “bardotlatrie”. Seguono film che consolidano il suo mito, e con cui cerca una elevazione rispetto al personaggio sexy della fanciulla ingenua (che comunque interpreta con incredibile grazia): ad esempio, "Vita privata" (1962) assieme a Mastroianni e "Il disprezzo" (1963) tratto da Moravia per la regia di Godard. Non manca un cameo nell'esoterico "Il testamento di Orfeo" (1959) di Jean Cocteau, chiusura della sua trilogia orfica, dove appare non accreditata in un parterre di comparse di eccezione. A partire dal 1962, inizia anche il suo avvicinamento alla musica, e il suo impegno animalista.

Ma B.B è così iconica che ha modificato anche il fumetto: a lei infatti si ispira "Barbarella" (1962) del francese Jean-Claude Forest, che proietta le avventure di questa fanciulla, suo alter ego spaziale, in un universo animato da tutto l'armamentario della space opera anni '30 (alieni, robot, tirannidi spaziali) ma tratteggiato con elegante ironia. “Barbarella” crea una vague – anche italiana, con Valentina (1965) di Crepax e innumerevoli altre – di protagoniste fumettistiche anche sexy, ma soprattutto libere e indipendenti, alla lunga eredi dell'icona creata dall'attrice.

Il successo è tale che "Barbarella" fu trasposta anche al cinema nel 1968, affidando la regia proprio a Vadim: ma l'ex compagna Bardot rifiutò il ruolo, stanca ormai da tempo dei ruoli sexy, e fu coperto da Jane Fonda. B.B. divenne addirittura il volto della Marianne, il simbolo della Francia repubblicana creata dopo il 1789, poco prima di ritirarsi dalle scene, in una scelta che ha preservato intatta la forza dell'icona (1972). Subito dopo Warhol tramutò Bardot in una delle sue icone pop serigrafiche, nel 1975. In tempi più recenti anche Milo Manara - epigono di quel fumetto "libertino" non privo di intelligenza - collaborò con l'autrice  con una suite di 25 illustrazioni nel 2016, realizzando anche il bozzetto per la statua di Brigitte a Saint-Tropez, creata nel 2017: un rapporto, giustamente, oggi molto ricordato sulla stampa italiana.

Ma il rapporto di B.B. col fumetto viene da lontano, ed è espressione della sua forza iconica in grado di travalicare i confini del singolo media: forse la prima figura ad aver assunto un valore così universale nell'immaginario pop.

Resta aggiornato, iscriviti alla nostra newsletter

Edicola digitale

Aggiorna le preferenze sui cookie
x