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Il ladro dai mille volti e dalle molteplici versioni

Al cinema l'ultimo capitolo della saga di Lupin III. Il ladro che ha fatto la storia degli anime.

Il ladro dai mille volti e dalle molteplici versioni
"Di Lupin al mondo uno ce n'è", questa frase, posta all'inizio della prima strofa della canzone utilizzata per la sigla di "Lupin, l'inafferrabile Lupin" possiamo ritenerla in qualche modo opinabile.
Infatti, il ladro più celebre della tradizione anime, derivazione del personaggio chiave di una serie di romanzi d'evasione, era solito calarsi in molteplici travestimenti per riuscire nelle sue imprese (un po' come Diabolik): ma soprattutto di Lupin III ne esistono in verità più d'uno, o per meglio dire ce ne sono svariate versioni. Uno nessuno e centomila, verrebbe da dire volendo citare Pirandello. Partendo infatti dal Lupin III che ci interessa ora, quello nelle sale col lungometraggio di animazione "Lupin the IIIrd - La stirpe immortale" è un diretto parente stilistico della serie di cartoni vista dagli anni 70' a oggi. Il personaggio come noi lo conosciamo ha la sua genesi fumettistica grazie alla creatività del mangaka Monkey Punch, che aveva tratto ispirazione, come già detto, dal ladro galantuomo Arséne Lupin di Maurice Leblanc, figura chiave della letteratura francese del Novecento: protagonista di molte storie anche cinematografiche nel suo continuo narrativo. Lupin III sarebbe il nipote di Arséne, ma di fatto appartiene ad un altro universo della finzione e le origini col personaggio di Leblanc risultano sfumate e nebulose, e sostanzialmente lui è libero dal peso del cognome che porta. Lupin è unico nel suo continuo narrativo, o meglio lo sarebbe stato se il personaggio non fosse passato di mano di mano nel corso del tempo, e sottoposto a drastici cambiamenti caratteriali nel suo percorso sullo schermo, soprattutto tra la prima e seconda serie. Un po' di Pirandello qua torna. Il Lupin versione manga assieme alle prima serie TV, diretta in diversi episodi persino da Hayao Miyazaki, presenta un personaggio piuttosto sprezzante, simpatico e audace ma anche violento e spietato, donnaiolo e cinico nel raggiungere i propri obiettivi. Non disdegna anche l'omicidio pur di raggiungere i suoi scopi. Qui è visibile una chiara influenza noir e nonostante venisse considerato un prodotto dedicato a un pubblico un po' più maturo, venne criticato a causa di queste connotazioni, e già durante la seconda serie abbiamo una caratterizzazione più morbida.
Giacca verde contro Giacca rossa.
Che si palesasse la volontà di un taglio deciso lo vediamo immediatamente da un dettaglio emblematico: il colore della giacca di Lupin. È solitamente difficile vedere "toccato" un elemento distintivo di un protagonista (non ricordiamo un Dylan Dog con una camicia e giacca differenti), in pratica è come se esistesse un "doppio" del ladro.
Leader o solista?
Anche le vicende mutano i toni, divenendo più leggere e avventurose, spostate dal solo Giappone in pratica, al resto del mondo, con Lupin sostanzialmente a capo di un team, assieme a Jigen, Goemon e l'ambigua Margot. Quest'ultima raggira spesso e volentieri il ladro che si rivela ingenuo rispetto al fascino delle donne e non più abile sciupafemmine, portandosi spesso via il bottino racimolato dagli altri tre che si dimostrano uniti nelle loro azioni ma indipendenti.
Una storia lunga mezzo secolo.
Cambiano lievemente i tratti grafici, cambiano i nemici, eccezion fatta per Zenigata, i tesori da trafugare e persino i misteri da affrontare. Come si diversifica il modo di arrivare a noi, coi numerosissimi lungometraggi e storie parallele, coi tanti altri che a lui si ispirano o ne danno una veste nuova, ma alla fine il Lupin che conosciamo rimane grossomodo sempre lo stesso. Un'icona che abbiamo visto disegnata è rappresentata dappertutto. Una maschera che si moltiplica per cento come quelle di V per Vendetta o del "Joker" di Joaquin Phoenix, dietro cui può esserci chiunque, come dietro il volto di chiunque si nascondeva Lupin nei suoi travestimenti. Dando in qualche modo ragione agli autori della prima storica sigla italiana di Lupin: «Chi lo sa che faccia ha? Chi sa chi è? Tutti sanno che si chiama Lupin».
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