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Strage misteriosa in alpeggio: 47 bovini morti tra sospetto avvelenamento e piante tossiche

Comunità in allerta e indagini in corso. Il Comune ha promosso una raccolta fondi per sostenere l'allevatore colpito

Strage misteriosa all'alpeggio di San Giacomo: 47 bovini morti tra sospetto avvelenamento e piante tossiche

Immagine di repertorio di bovini di razza Piemontese, tratta da Arap Piemonte

Tra venerdì 11 e domenica 13 luglio, sull’alpeggio di San Giacomo, nel territorio di Oncino (in Alta Valle Po, ai piedi del Monviso), 47 bovini (vitelli e vacche adulte di razza Piemontese) sono rimasti vittime di una strage improvvisa, che ha lasciato sbigottita la comunità locale. I primi capi si sono accasciati tra venerdì e sabato, seguiti da altri in rapida successione: un decesso dopo l’altro, quasi bandito dal silenzio dei pascoli.

L’allevatore – un imprenditore agricolo del Saluzzese – ha subito allertato i veterinari dell’ASL, l’Istituto Zooprofilattico Sperimentale e presentato denuncia ai Carabinieri Forestali, ipotizzando anche un atto doloso.

Sintomi violenti e corsa contro il tempo
Gli animali hanno mostrato sintomi gravi: convulsioni, tremori, ipersalivazione, rallentamento cardiaco. I veterinari parlano di un’azione “violenta e acuta”, capace di escludere malattie comuni come la Blue Tongue. L’ipotesi più accreditata è quella di un’intossicazione acuta, secondo l’ASL Cn1.

Nel frattempo, altri bovini della mandria, sebbene gravemente debilitati, sono stati curati e ora mostrano segnali di miglioramento.

Il sospetto ricade sulle piante tossiche... o su una mano sconosciuta
Le analisi sono tuttora in corso: campioni vegetali sono stati raccolti per verificare la presenza di specie tossiche nei pascoli di quota (circa 1.790 m). Tra le probabili candidate figurano piante come veratro o felce aquilina, che possono produrre composti letali per i ruminanti, soprattutto in condizioni di stress idrico come la recente siccità estiva.

Tuttavia, resta aperta anche l’ipotesi – non esclusa dalle autorità – di un sospetto avvelenamento doloso o colposo.

Il caso fa eco a tragedie simili avvenute pochi anni prima in Piemonte, legate a ingestione di sorgo contaminato da durrina o cianuro in periodi di siccità. In quell’occasione, decine di bovini morirono in tempi brevissimi, spesso di fronte agli occhi degli allevatori.

Comunità in allerta: raccolta fondi e richieste di protocolli
Il Comune di Oncino ha promosso una raccolta fondi per sostenere l’allevatore colpito dalla perdita: una tragedia che combina danno economico, trauma emotivo e un serio rischio di perdita di fiducia nei pascoli tradizionali. Alcuni sindaci dell’Alta Valle stanno chiedendo la creazione di un protocollo di emergenza ambientale: monitoraggi frequenti dei pascoli, cartografia delle specie vegetali tossiche e formazione agli allevatori sul riconoscimento dei segnali di allarme.

Le indagini proseguono… con che esito?
La causa esatta della strage – che ha devastato una mandria di 47 bovini – è ancora da identificare. Gli esami dell’Istituto Zooprofilattico restano l’ago della bilancia tra intossicazione naturale e atto doloso. I Carabinieri, rivolgendo l’inchiesta verso “ignoti”, mantengono aperta ogni possibilità, mentre allevatori e autorità attendono i risultati dei rapporti di prova.

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